ROM SIM (SONO UNO ZINGARO)
A nome dei Rom
voglio ringraziare questa magnifica scuola, che ci ha aperto il suo cuore e in
particolare il preside e tutti i professori che hanno mostrato tanta
sensibilità verso la comunità gitana che vive e opera nel territorio di Via
Popilia. Il nostro gruppo che per sua storia, cultura, tradizione, pratica il
nomadismo e non sempre ha trovato le condizioni favorevoli per inserirsi
serenamente in un nuovo tessuto sociale, ha invece in questa scuola trovato
apertura mentale e amicizie.
Mi basta ricordare, a questo proposito,
gli splendidi murales che parlano a tutti della nostra vita, degli affetti, del
profondo sentimento religioso che lega la nostra comunità, della nostra
fierezza di appartenere a un popolo misterioso e affascinante qual è quello
degli zingari.
!n un mondo che diventa sempre più
intollerante, e i recenti fatti di cronaca lo dimostrano chiaramente, basterebbe
tendere una mano, cosi come voi avete fatto, per aprire il cuore di noi giovani
alla speranza in una societa più giusta.
Antonio Bevilacqua
Abbiamo deciso di
pubblicare il saluto di addio alla scuola media. che l'alunno Bevilacqua ha
pronunciato nella tradizionale festa di fine
triennio, perché riteniamo che esso sia la testimonianza vivente più
sincera (perchè inattesa) del proficuo lavoro che la scuola sta svolgendo nella
direzione dell’integrazione , nel tessuto sociale del quartiere e della città,
della comunità ROM. Per raggiungere questo anbizioso obiettivo la scuola aveva
davanti a sè due strade: seguire la tendenza spontanea in atto e contribuire a
sradicare dalla coscienza individuale e collettiva la identità etnica del
gruppo per fargliene acquisire una nuova, quella della comunità ospitante,
oppure prendere la strada piu difficile, ma più giusta, di contribuire a ricostruire 1'identità storica del gruppo,
facendogli prendere coscienza delle
proprie origini, delle proprie tradizioni e della propria cultura.
La prima strada avrebbe condotto alla
emarginazione e alla criminalizzazíone dello zingaro finché fosse rimasto
zingaro, finché non si fosse mimetizzato per diventare altro da sé: un non zingaro,
un gagé, per usare il termine che i Rom usano per indicare un italiano. E lo
stesso termine zingaro sarebbe diventato evocatore di tutto ciò che di
negativo c'é nei rapporti sociali tra gruppi etnici differenti e sarebbe diventato
un termine di ingiuria (come, purtroppo, é diventato ), odioso ed insopportabile
per le coscienze piu sensibili della stessa comunità zìngara.
La seconda strada avrebbe
portato alla valorizzazione dell'esperienza storica dei Rom e avrebbe dato allo
zingaro un forte orgoglio etnico, una forte identità storica, le quali
avrebbero costituito le premesse per accettare e riconoscersi nelle regole
della nuova comunità senza rinnegare se stesso e il proprio passato. Per
realizzare questa strada, la scuola ha garantito all'alunno zingaro la pari
dignità, ne ha assicurato l'accettazione da parte dell'alunno non zingaro ed ha
istoriografato gli aspetti caratterizzanti della "verità zingara" con
murales su tutta una parete di dieci metri, dove campeggia, a caratteri d'oro,
la scritta ROM SIM: sono uno zingaro.
Questo lavoro sta dando i suoi frutti. Alcuni alunni zingari sono
alle soglie del diploma di scuola media superiore, altri hanno già conseguito
il titolo professionale e molti altri frequentano le prime classi dei vari
istituti cittadini.
Zingaro é
divenuto bello, anche se purtroppo,c'é ancora molto da fare.
Foglio della Scuola Media Statale Fausto Gullo
Anno 11 - N. 4 Ottobre 1992