INTRODUZIONE DEL PRESIDE
Il progetto
didattico operativo che la scuola media Fausto Gullo di Via Popilia presenta è
un progetto sviluppato progressivamente negli anni come prassi didattica
nell'ambito del progetto provinciale sulla dispersione scolastica.
Quello
che si cercherà di fare, nell'illustrare il progetto, è di dare una completezza
di informazione in modo da mettere chiunque in condizione di applicarlo se c'è
una volontà in questo senso. Tuttavia, le informazioni non possono essere
eccessivamente dettagliate in questa sede perciò si rimanderà, di volta in
volta, agli allegati che fanno parte integrante del progetto.
Dobbiamo,
però, sgombrare il campo da un possibile equivoco. Il progetto non può essere
applicato da un singolo docente. Esso richiede necessariamente un lavoro di
équipe. Può essere applicato in senso verticale ad una sola classe del triennio
o può essere applicato in senso orizzontale a più classi parallele, ma esso è
nato, ed è cresciuto nel tempo, come esperienza didattica di un'intera scuola
che ha privilegiato la tecnica delle classi parallele, la sola che consente
effettivamente un lavoro collegialmente programmato e lo scambio di esperienze
didattiche e metodologiche all'interno delle singole discipline.
Il progetto è fondato su tre cardini fondamentali:
2) la collegialità dell'équipe
didattica in senso verticale: collegio dei docenti, consiglio di classe, consiglio delle discipline;
3) l'unità del sapere, che sì
realizza attraverso progetti didattici pluridisciplinari.
Le attività didattiche annuali avranno inizio con
l'acquisizione di un'approfondita conoscenza dell'alunno sia attraverso prove d'ingresso,
sia attraverso un'indagine sulla sua precedente esperienza scolastica ed
extrascolastica e sulla sua situazione familiare. Senza questa conoscenza
qualsiasi programmazione diventerebbe arbitraria e potrebbe provocare seri
squilibri nella formazione della personalità dell'alunno se essa venisse
perseguita rigidamente , costringendo l'alunno ad adeguarvisi. Non è
l'alunno che deve essere calato nella programmazione, ma è la programmazione
che deve rispecchiare le necessità e le urgenze di una personalità in
formazione.
Le prove d'ingresso, che dovrebbero occupare
le prime due settimane di attività e che dovrebbero essere articolate per
singole discipline, devono essere mirate in modo tale da esplicitare le
capacità intellettive dell'alunno ( tassonomia di Bloom e di Guilford ), dalle
più basse alle piú alte, e le abilità acquisite nella sua precedente
esperienza scolastica ed
extrascoIastica.
Ogni disciplina procederà, con
prove mirate, ad esplicitare e le capacità generali dell'alunno e il possesso o
meno delle abilità di base proprie della disciplina.
Le prove che sottoporrà il docente
di italiano tenderanno ad accertare:
- le capacità
di lettura;
- le capacità
di ascolto
- le capacità
di comprensione di un testo;
- le capacità
di espressione verbale;
- la conoscenza
della struttura della lingua;
- le capacità
di espressione scritta;
- le capacità
di idee e di fantasia;
- le capacità
creative;
- la conoscenza
del lessico.
Il docente di storia, educazione civica, ecc.,
accerterà
1) la capacità di attenzione;
2) il senso del tempo e dello spazio;
3) la capacità di memorizzazione;
4) le capacità logico-verbali;
5) la capacità di ritenzione;
6) la capacità di assimilazione;
7) la capacità di individuare relazioni;
8) il possesso del concetto di causa;
9) la capacità di osservare e descrivere immagini;
10) il possesso della terminologia propria della
disciplina.
Il docente di scienze matematiche e naturali
accerterà:
1) la capacità di calcolo;
2) le capacità intuitive, immaginative e di
astrazione;
3) la capacità di ordinare, classificare, correlare,
generalizzare, astrarre;
4) la capacità di misurazione e quantificazione;
5) la capacità di problematizzare la realtà e di
interpretare problemi;
6) le capacità logico-matematiche.
Il docente di educazione artistica accerterà:
- le abilità
grafico-espressive descrittive;
- le abilità coloristiche;
- la capacità
di lettura dei colori;
- la capacità
di lettura delle immagini; .
- la capacità
di distinguere e confrontare `immagini;
- le capacità
creative;
- il possesso del
senso del belle.
Il docente di educazione tecnica accerterà:
Il docente di educazione musicale accerterà:
1) la capacità di percezione dei suoni e dei rumori;
2) la capacità di discriminazione nel mondo dei suoni;
3) la capacità di produrre suoni e rumori con gli
oggetti materiali;
4) la capacità di lettura della musica;
5) la capacità di collegare e confrontare suoni;
6) la capacità creativa.
Le prove mirate da somministrare per acquisire queste
informazioni sono riportate nell'allegato N.1.
Le conoscenze sulla sua
precedente esperienza scolastica si possono acquisire tramite incontri con i
docenti della scuola elementare o attraverso una attenta analisi della scheda
di valutazione della scuola elementare.
Le conoscenze sulla situazione
socio-culturale della famiglia si acquisiscono attraverso un questionario
preparato dalla scuola e sottoposto all'alunno da cui si possa dedurre:
a) l'attività economica dei genitori;
b) il loro grado di cultura
c) la composizione della famiglia;
d) i1 grado d i istruzione dei fratelli e della
sorelle.
Per una conoscenza più precisa di questo questionario
si rimanda all'allegato N.2.
Per le seconde e terze classi, le prove di ingresso
diventano prove di verifica. Per la descrizione di queste prove si rimanda
allegato N. 3 e 4.
Terminata l'acquisizione di tutte le conoscenze, il
Consiglio di classe si riunisce per procedere ad un confronto dei dati raccolti
dai singoli docenti e produrre una sintesi delle capaciti e delle abilità di
ogni singolo alunno, delineando un primo e provvisorio quadro d'insieme della
personalità dell'alunno, che va verificato costantemente nelle riunioni mensili
del Consiglio di classe.
Per gli alunni che presentano più o meno gravi deficit
di partenza vanno individuati gli obiettivi minimi e massimi che ciascuno di loro
può raggiungere. Nella scuola media, appunto perché è la scuola dell'obbligo, i
percorsi didattici devono essere differenziati per dare a ciascuno la
possibilità di raggiungere il proprio traguardo in base alla propria situazione
di partenza. Il traguardo, in altre parole, è, e deve essere, strettamente
individualizzato. La trasformazione del voto in giudizio ha voluto affermare
proprio questa verità.
Solo dopo aver sintetizzato una prima e fondamentale
conoscenza degli alunni, il Consiglio di classe è in grado di procedere alla stesura
della programmazione annuale, i cui obiettivi educativi non devono essere
arbitrariamente fissati, ma vanno desunti dalla programmazione educativa di
lungo periodo elaborata dal-Collegio dei docenti. La programmazione educativa
di lungo periodo sta a fondamento di qualsiasi progetto didattico. E'la
struttura di base, il punto di partenza di ogni lavoro didattico. La sua
stesura richiede conoscenze che vanno al di là della scuola ed investono il territorio e le condizioni
socioculturali dell'ambiente. E qui veniamo al secondo punto del
progetto operativo: la collegialità dell'équipe didattica in senso verticale:
Collegio dei docenti, Consiglia di classe, Consiglio delle singole discipline.
Lo studio del territorio e dell'ambiente è
imprescindibile per la individuazione e fissazione di tutti gli obiettivi
educativi. Senza questo studio preliminare, tutta la programmazione non sarà
aderente alla realtà e sarà calata nel vuoto più assoluto, stravolgendo
qualsiasi progetto educativo. E questo studio è compito del Collegio dei
docenti che è il massimo organo deliberante della scuola per quanto riguarda le
attività didattiche ed educative.. Uno dei suoi compiti principali è quello di
elaborare la programmazione educativa triennale della scuola, individuando gli
obiettivi educativi, di lungo periodo, che si intendono perseguire nel
particolare contesto ambientale in cui opera la scuola. Gli obiettivi
educativi, insomma, devono essere, in buona parte, una risposta alle esigenze dell'ambiente
ristretto e alle esigenze dell'ambiente allargato.
Nel nostro caso l'ambiente ristretto è quello del
quartiere di Via Popilia, che ha delle esigenze particolari all'interno
dell'ambiente allargato, che è rappresentato dalla città di Cosenza e dal
contesto nazionale. L'alunno di Via Popilia, per essere più chiari, va
integrato e nella comunità cosentina e nella comunità nazionale, anche se deve
continuare ad essere innanzi tutto un popiliano. Via Popilia rappresenta
le sue radici, la sua prima lealtà, che non deve essere distrutta, ma nello
stesso tempo egli deve prendere coscienza che è anche un cosentino e fa parte
di comunità più vaste che sono quella calabrese, quella italiana e oggi quella
europea.
Per questo motivo gli obiettivi educativi triennali
devono incidere in profondità e devono avere un largo respiro. Nella
programmazione delineata nell'allegato N. 5 gli obiettivi triennali sono:
1) l'educazione alla socializzazione;
2) lo sviluppo del costume democratico;
3) l'educazione alla comunicazione;
4) lo sviluppo del senso artistico e della creatività;
5) la maturazione della coscienza di sè, delle proprie
aspirazioni e vocazioni;
6)la presa di coscienza e l'igiene del proprio corpo;
7) il rapporto scuola-famiglia;
8) i contenuti e le metodologie;
9) i mezzi e gli strumenti;
10) la verifica e la valutazione.
I punti appena elencati vanno bene per qualsiasi
programmazione e per qualsiasi ambiente, ma il loro perseguimento richiede
strade diverse e diverse priorità a seconda delle condizioni socioculturali ed
ambientali della realtà territoriale in cui si opera.
Il Consiglio di classe deve calare gli obiettivi
educativi triennali nella programmazione didattica annuale, ricordando che essi
devono essere perseguiti nel triennio e perciò vanno cadenzati sulla
progressiva maturazione della -personalità dell'alunno. La loro realizzazione,
tuttavia, può avvenire solo attraverso un lavoro di équipe che abbia come suo
punto di riferimento l'unita del sapere e il suo corollario, l'interdisciplinarità.
Solo realizzando questi due punti, sui quali i programmi ministeriali insistono
tanto, si può arrivare a quel colloquio pluridisciplinare che lo stato pone
come verifica finale alla effettiva, maturazione della personalità dell'alunno
alla fine del triennio. Senza un efficace lavoro interdisciplinare non ci Può
essere un vero colloquio pluridisciplinare in sede di esame di stato. Ed eccoci
arrivati al terzo punto del progetto didattico operativa: l'unità del
sapere attraverso progetti didattici pluridiscip1inari.
I1 Consiglio di classe è
un'équipe che lavora unitariamente per raggiungere i fini dell'educazione
stabiliti dallo stato nei programmi ministeriali. Ma il Consiglio di classe non
è un'équipe perché in esso siede un gruppo di persone. E' il gruppo di persone
che siede nel Consiglio di classe che diventa un'équipe quando, e solo quando,
tutti i docenti sono impegnati nella realizzazione di un progetto unico ed
unitario. Solo in questo caso il Consiglio di classe diventa un’èquipe,
altrimenti è un aggregato di persone che perseguano obiettivi limitati ed
ognuno è geloso della propria autonomia.
La formazione dell'uomo e del cittadino si può
promuovere solo se sì riesce a dare all'alunno una visione unitaria della vita
e della conoscenza attraverso progetti didattici pluridisciplinari presi dalla
realtà del mondo in cui è inserito e in cui dovrà operare attivamente nel
prossimo futuro. La divisione della conoscenza in discipline è una necessità della
scuola e della scienza ma non è assolutamente la realtà del mondo quotidiano.
Nel mondo quotidiano i problemi sono unitari. In altri termini, il sapere deve
scindersi nella scuola per dare agli alunni una
conoscenza più approfondita e una maggiore capacità di penetrazione dei
problemi, ma la scuola deve fare in modo di ricostruire questa unità attraverso
l'interdisciplinarità. Ecco da dove nasce la necessità del progetto didattico
pluridisciplinare.
Il progetto didattico pluridisciplinare è un argomento
generale che viene affrontato unitariamente da tutte le discipline. Ogni
progetto ha nel suo titolo il momento sintetico da cui si parte e a cui si
ritorna dopo aver percorso i vari momenti analitici di cui esso è composto.Esso può avere una durata
variabile, ma la cadenza mensile è insufficiente. Quelli che si citano hanno
una durata trimestrale per cui ogni classe può svolgere tre progetti nell'arco
dell'anno scolastico. I progetti, perciò, vanno calibrati al triennio e devono
avere una progressione delle difficoltà rapportata all'età psicologica o evolutiva
dell'alunno. I progetti per la prima classe sono:
1° progetto: Uomo, ambiente, sistema ecologico
a) l'equilibrio ecologico;
b) i nostri doveri verso la natura;
c) l'inquinamento;
2° progetto: Una scuola su misura per promuovere il
proprio avanzamento umano e sociale
a) l'analfabetismo,
b) la mortalità scolastica;
c) la scuola che discrimina;
d) la scuola che prepara alla vita;
3° progetto: Alla ricerca di se stessi e della
propria posizione nel mondo (chi siamo, do dove veniamo, con chi ci identifichiamo,
che cosa vogliamo)
a) la famiglia;
b) i rapporti con i coetanei e con gli adulti;
c) i miti di ieri e di oggi;
d) i sentimenti che contano.
I progetti per la seconda classe sono:
1° Progetto: La condizione della donna
b)
l'intelligenza non ha sesso;
c) la. donna e
la sport;
d) la; donna
che lavora;
e) la parità
dei diritti;
f) la posizione
della donna nel mondo d'oggi;
2° Progetto: La civiltà contadina
a) l'uomo e la terra;
b) organizzazione sociale e politica della civiltà
contadina;
c) la stabiliti-immutabilità dei valori;
d) le tecniche di produzione;
e) l'agricoltura si meccanizza;
f) l'agricoltore del futuro;
g) la crescita demografica e il problema alimentare.
3° Progetto:La civiltà industriale
a) la rivoluzione industriale;
b) l'inurbamento e la città;
c) contadini e operai;
d) d) l'emigrazione interna ed
esterna;
e) e) scienza e tecnica;
f)
f) le fonti di energia.
I progetti per la terza classe sono:
1° Progetto: Cultura di massa e civiltà dei consumi
b) la conoscenza come fonte di
potere;
c) i mass-media;
d) la televisione;
e) e) la stampa;
f)
f) la pubblicità;
g) g) la manipolazione
dell'informazione;
h) h) i fumetti;
i)
i) il tempo libero
2°
Progetto: La violenza nella società
a) la guerra;
b) la
droga
c)la
criminalità e la pena di morte;
d) gli
emargineii;
e) la terza età
3° Progettc: Il terzo mondo
a) sviluppo e sottosviluppo;
b) Nord e Sud, Città e campagna;
c) il coloníalismo ed i popoli di colore;
e)il razzismo.
Vedi allegato N. 8
Il lavoro didattico inizia con la presentazione del
progetto stesso alla classe. Il docente di italiano farà una presentazione
generale in cui indicherà le finalità generali del progetto, i percorsi che
intende seguire e, soprattutto, la bibliografia di cui si avvarrà. Per
bibliografia si intendono le letture e le ricerche che saranno sottoposti alla
classe. I brani antologici che si utilizzeranno abbracceranno tutte le forme di
linguaggio, di cui l'alunno deve impadronirsi e gli autori della letteratura
potranno essere utilizzati, se c'è una volontà in
questo senso, facendone, però, una lettura diversa da quella tradizionale. Per
esempio, Verga potrà essere utilizzato non come esponente del verismo, ma come
testimone di una civiltà contadina che non c'è più. Carducci potrà essere
utilizzato nel progetto che parla dei setimenti che contano. E così per tutti
gli altri autori della letteratura italiana. Sta alla capacità del docente di
saper fare una rilettura dì questi autori in base ai contenuti e non alla forma
letteraria o estetica e non aggravando l'alunno con una biografia che non serve
nella scuola media.
La bibliografia va tutta
anticipata alla classe che ne prenderà nota. Essa sarà composta da tre livelli:
un nucleo centrale che costituirà l'informazione di base essenziale e
necessaria per lo svolgimento generale del progetto; questo nucleo centrale
sarà certamente svolto nel corso del trimestre; al nucleo centrale segue una
fascia intermedia che propone materiali supplementari, del cui svolgimento non
si è completamente sicuri per mancanza di tempo; alla fine c'è una fascia
finale che propone materiali più mirati e specialistici, ma che certamente non
saranno esaminati in classe.
La seconda e la terza fascia vengono proposte per dare
la possibilità agli alunni che hanno ritmi di apprendimento più veloci o che
partono da una situazione di partenza molto favorevole, di fare il proprio
percorso personalizzato avendo materiale su cui lavorare per proprio conto se
lo desiderano, ma non è assolutamente obbligatorio. Questi materiali
supplementari vengono indicati perché crediamo fermamente che all'alunno
svantaggiato la scuola debba dare la possibilità di raggiungere traguardi
limitati alle sue capacità, ma crediamo,, altrettanto fermamente, che
all'alunno dotato la scuola debba quanto meno indicare i percorsi per
raggiungere traguardi adeguati alle sue capacità, se ne ha voglia.
Quello che si vuole dire è che i percorsi didattici degli alunni devono essere
personalizzati sia verso il basso che verso l'alto.
Perché il progetto viene presentato alla classe
all'inizio dei lavori? Perchè è essenziale che l'alunno sappia cosa ci si
attende da lui, è essenziale che conosca il traguardo che ci si aspetta
che raggiunga, è essenziale
che conosca i possibili percorsi per raggiungere quel traguardo ed è, infine,
essenziale che conosca l'elenco dei materiali che saranno utilizzati, così, se
vorrà, potrà fare una pre lettura per proprio conto. Solo così la sua
partecipazione sarà attiva e cosciente - E le più recenti'ricerche di
psicologia sociale confermano che una persona lavora meglio e più proficuamente
se conosce le finalità del suo lavoro ed i percorsi che ha davanti.
I docenti delle altre discipline faranno una
presentazione del progetto dal loro angolo visuale specialistico, ma sempre
tenendo conto dei tre livelli di informazione di cui abbiamo parlato.
Ecco perché il Consiglio delle
singole discipline è un organo molto importante nella realizzazione del
progetto didattico. Esso elabora, collegialmente, un itinerario didattico della
disciplina in cui sono previsti i contenuti programmatici di collegamento al
progetto, la metodologia che sarà usata, l'elenco del software didattico di
supporto al progetto: videocassette, diapositive sonorizzate, immagini opache,
programmi al computer, ecc., e, infine, saranno elencati i mezzi e gli
strumenti che saranno usati.
Nella realizzazione del
progetto didattico niente è lasciato all'improvvisazione. Tutto viene
programmato e tutto viene verificato. E' il lavoro di équipe che richiede
questa programmazione. Ogni docente deve sapere quello che fa, deve avere
sempre presente le priorità nell'ambito dei contenuti e deve conoscere i
materiali ed i sussidi di cui dispone per quel progetto particolare. E
itinerario didattico vuole appunto dire il percorso che farà la disciplina per
arrivare al traguardo finale. L'inventiva del singolo insegnante, la sua
capacità didattica e la sua abilità a trovare nuovi e più efficaci percorsi
sono i punti di forza di tutto il progetto didattico e costituiscono la fonte
principale dell'autoaggiornamento attraverso lo scambio delle esperienze. Gli
itinerari delle singole discipline sono riprodotti negli allegati N.
7-8-9-10-11-12.
Il docente di italiano svolge un ruolo di rilievo
nell'ambito del progetto didattico trimestrale. Con le sue prove periodiche,
egli verifica costantemente il grado di realizzazione del progetto e del
l^interdisciplinarità attraverso le informazioni contenute negli elaborati che
non provengono dal lavoro che egli ha svolto in classe sul progetto. Su ogni
progetto, egli svolge due verifiche scritte. La seconda verifica è la più
importante in quanto le terne delle tracce sono concepite con un respiro
piuttosto ampio in modo da abbracciare la globalità del progetto. La prima
prova ha un'ampiezza più limitata, appunto perché è una prova di passaggio,
quando ancora l’interdisciplinarità non si è realizzata appieno. Coordinare
l'interdisciplinarità anche sui punti analitici del progetto diventerebbe
troppo rigido per il lavoro didattico. L'interdisciplinarità totale sul
progetto si deve realizzare alla fine del trimestre. Nei periodi intermedi,
ogni docente deve conservare la libertà di affrontare i punti analitici del
progetto nell'ordine già prefigurato nell’itinerario didattico della disciplina
che può non essere coincidente con l'ordine della altre discipline. Quello che
si vuole dire è che l'ordine di elencazione dei punti analitici del progetto
didattico non è assolutamente vincolante. Di vincolante, se di vincolo si può
parlare, c'è soltanto la necessità che ogni disciplina realizzi la sua parte
del progetto nel trimestre prefissato. Solo a questo punto il docente di
italiano sottoporrà agli alunni la terna della verifica di chiusura del
progetto e ne riferirà il risultato al Consiglio di classe. Ma prima di
procedere alla somministrazione delle prove, egli deve verificare se gli alunni
sono in possesso delle conoscenze analitiche e se sono capaci di fare una
propria sintesi. In sostanza, egli deve fare il punto sul progetto con la
classe.
Il punto sul progetto serve per far assimilare agli
alunni i concetti di analisi e di sintesi. Cioè, serve per abituare il
futuro cittadino, che è bombardato da una miriade di informazioni, attraverso i
mezzi di comunicazione di massa, a fare le proprie sintesi e non essere preda e
vittima della società della comunicazione. Per questo motivo, il punto sul
progetto si deve articolare in due momenti che durano più giorni. Nel primo
momento si procede ad una discussione analitica generale su quello che la
classe ha appreso sul progetto in ogni singola disciplina. Nel secondo momento
si procede ad una discussione sintetica in cui i singoli alunni esprimono
l'opinione che hanno maturato sul progetto in generale. Le prove di verifica
vengono somministrate solo quando quest'ultima fase è terminata. Il
progetto si chiude definitivamente con un confronto-dibattito tra le classi
parallele in cui ci si scambia la propria esperienza sia sulle vie percorse,
sia sulla rilevanza che ogni singola classe ha dato ai contenuti del progetto.
Se il progetto didattico trimestrale è limitato nel
tempo ed affronta una tematica specifica attraverso la quale si tende a
raggiungere la prima delle tre finalità educative fissate dallo stato: la
formazione dell'uomo, la seconda finalità, quella della formazione del
cittadino, viene promossa con uno strumento di insostituibile valore di cui ci
parlano i programmi ministeriali: il regolamento di classe. L'alunno per
diventare un buon cittadino non deve solo imparare le regole e le leggi: egli
le deve vivere nella sua vita quotidiana fino a farle diventare un costume di
vita, un abito mentale, da cui egli stesso non potrà prescindere.
Qualcuno ha detto che la democrazia si succhia con latte materno ed è vero
fintanto che con questa espressione si vuole intendere che è l'ambiente idoneo
che crea le premesse per la crescita democratica. E nessuno ambiente è
più idoneo della scuola per far vivere all'alunno la sua prima esperienza di
cittadino di uno stato democratico che gli garantisce diritti, ma che gli
impone anche doveri.
Il regolamento di classe è lo strumento attraverso il
quale l'alunno può fare questa prima prova generale alla democrazia. Ma, per
essere efficace, deve essere un regolamento che si colleghi gerarchicamente
con tutti gli altri regolamenti che incontrerà nella sua vita di studente, di
lavoratore e di cittadino in generale, a cominciare dal regolamento d'istituto
per finire con la costituzione dello stato italiano.
Il regolamento di classe, che
fa parte integrante del progetto didattico operativo sotto esame, di cui qui si
propongono solo gli elementi essenziali per rimandare all'allegato N. 13 per la
sua completa stesura, è modellato sulla costituzione italiana. Esso è composto
da tre parti : i principi fondamentali, i diritti e doveri degli alunni, gli
organi della classe.
I principi fondamentali sono delle dichiarazioni di
principio che racchiudono i valori che sono a fondamento ogni società democratica e che, sulla realtà
di via Popilia, assumono una rilevanza
particolare.
L'art. 1 recita: " La vita della classe è fondato
sul principio di lealtà; lealtà verso se stessi attraverso l’impegno allo
studio; verso i propri compagni, verso i docenti, verso la scuola e le norme
che la governano ".
L'art. 2 : " Tutti gli alunni hanno pari dignità
senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinioni, di condizioni
personali e sociali ".
L'art. 3: " La classe ripudia la violenza come
mezzo di risoluzione delle controversie tra alunni ".
L'art. 4: " Il valore fondamentale della
convivenza all'interno della classe e della scuola è il rispetto dei propri
compagni, dei docenti, dei non docenti e delle cose ".
Come si può vedere alcuni
articoli ricalcano esattamente gli articoli della costituzione italiana
adattati alla realtà degli alunni e dell'ambiente. Solo vivendola la
costituzione può diventare un patrimonio effettivo del futuro cittadino e
questo è l'obiettiva del regolamento di classe.
La sezione dedicata ai diritti
ed i doveri degli alunni non si cita, ma è riportata nell'allegato N. 13. Si
citano, invece, gli organi della classe perché essi sono lo strumento
attraverso il quale l'alunno apprende le tecniche ed i principi della vita
democratica. In forza del regolamento, la classe è una piccola comunità che si
autogestisce nell'ambito della comunità piú grande che è la scuola, la quale è
governata da un proprio regolamento. E l'autogestione avviene attraverso organi
e procedure ben precise, che l'alunno incontrerà sempre nella sua futura vita di
cittadino, sia in forma passiva che in forma attiva.
L'art. 22 recita: " Gli organi della classe sono
l'assemblea, il presidente e il rappresentante dì classe L'art. 23: "
L'assemblea di classe si riunisce all'inizio dell'anno scolastico e tutte le
volte previste dal regolamento o quanto ne fanno richiesta i 2/3 dei suoi
componenti ".
L'art. 24: " L'assemblea elegge a scrutinio
segreto fra i suoi componenti il Presidente e il Segretario
L'art. 25: " Il
Presidente e il Segretario restano in carica tutto l'anno scolastico, ma
possono essere sostituiti quando non godono più 1 fiducia dell'assemblea
L’art"26: " L'assemblea, all'inizio
dell'anno scolastico, approva il proprio regolamento a maggioranza assoluta.
L'assemblea nelle sue deliberazioni è sovrana ".
L'art. 27: " Le deliberazioni dell'assemblea non
sono valide se non è presente la maggioranza dei suoi componenti o se non
adottate a maggioranza dei presenti ".
Se il regolamento si fermasse qui, la classe sarebbe
una comunità chiusa e il regolamento diventerebbe sterile perché mancherebbe
quel confronto dialettico con le altre realtà della comunità scuola, che è il
presupposto essenziale per la crescita democratica dell'alunno. L'apertura
della classe all'esterno si realizza con l'istituzione di un nuovo organo che
il legislatore non ha previsto per la scuola media, ma esso più svolgere un
ruolo positiva all'interno della classe e della scuola se non se ne stravolge
la natura democratica. Quest'organo è il rappresentante
di classe.
L'art. 28 recita: " L’assemblea elegge fra i suoi
componenti un rappresentante di classe".
L'art, 29 " La carica di rappresentante è
incompatibile con la carica di presidente o di segretario ".
L'art. 30: " Il rappresentante di classe è eletto
per tre mesi e può essere rieletto.
L'art. 31: " L'assemblea può votare, con giudizio
motivato, la sfiducia al rappresentante di classe in carica ed eleggere una
nuovo rappresentante ".
L'art. 32: " Il rappresentante di classe è il
portavoce della volontà e delle esigenze della classe; conferisce con il
Preside una volta alla settimana insieme agli altri rappresentanti e riporta le
decisioni adottate nella conferenza dei rappresentanti
L'art. 33: " Il
rappresentante rappresenta la classe in tutte le sue manifestazioni esterne ed
è responsabile verso l'assemblea alla quale riferisce ".
L'art. 34: " Il rappresentante di classe è il
custode e il garante del presente regolamento ".
Se il regolamento viene vissuto nella sua
quotidianità, in terza media, quando l'alunno dovrà studiare la costituzione
italiana, si troverà di fronte ad un documento familiare. Ma sarà anche un
documento familiare per il resto della sua vita.
Comunque, all'interno della classe, il regolamento non
deve essere solo. Ai sui lati, sul muro, ci devono essere il regolamento
d'istituto da una parte e la costituzione italiana dall'altra. E questa per far
assimilare all'alunno nel tempo un concetto giuridico molto importante: la
gerarchia delle leggi. Il regolamento di classe non può essere in
contrasto con il regolamento d'istituto e questo non può essere in contrasto
con la costituzione italiana. Tanto per fare un esempio chiarificatore, l'art.
35 del regolamento d'istituto ( vedi allegato N. 14 ) recita: " L'alunno
che provoca danni è tenuto al risarcimento ". Il regolamento di
classe non può contenere alcun articolo che contraddica questa norma.
Ci resta da citare solo il terzo punto delle finalità
educative fissate dallo stato nell'art. 1 delle legge istitutiva della scuola
media unica: orientare l'uomo e il cittadino per le sue attività future.
L'orientamento nel progetto didattico operativo occupa
un posto preminente, anche se finora non è stato citato esplicitamente.
L'orientamento formativo inizia quando l'alunno entra i1 primo giorno nella
scuola e termina quando ne esce. Nel primo anno di scuola , un intero progetto
didattico trimestrale viene dedicato alla presa di coscienza di sè, delle
proprie attitudini, delle proprie vocazioni e delle proprie aspirazioni. E
questa lettura e scoperta di se stessi continuerà per tutto il triennio.
L'orientamento informativo, invece, si fa prima che l'alunno operi le sue
scelte al termine della scuola dell'obbligo.
Come conclusione finale
possiamo dire che l'applicazione integrale di questo progetto ha portato ad una
sensibile diminuzione del tasso delle ripetenze che precedentemente era al 24%
e che nell'anno appena trascorso è stato del, 12,90%.
.
Siamo convinti che questo tasso può ancora diminuire
affinando di più le tecniche didattiche e lavorando meglio sui
prerequisiti. Ma di una cosa siamo
certi: la dispersione a tasso zero non
esiste e non esisterà mai fintanto che la scuola conserverà la sua serietà
d'impegno che richiede anche la serietà d'impegno da parte dell'alunno.
Quando la scuola perderà questa serietà d'impegno e si abbandonerà alla
pratica delle sanatorie generali, giustificandole con motivi pretestuosi, si
raggiungerà il tasso zero. Ma in quel momento la società italiana avrà perso la
sua battaglia per il rinnovamento e dovrà accontentarsi di cittadini tutti forniti
di pezzi di carta, ma di pezzi di carta bugiardi perché dietro di essi non c'è
nulla, c'è il vuoto totale, l'incultura. Se l'alunno di oggi non percepisce e
non fa suo il concetto che la vita è impegno e che egli ha dei doveri verso se
stesso e verso la società che lo accoglie e lo protegge, il cittadino di domani
sarà simile a quello di cui tutti ci lamentiamo oggigiorno.