Suo malgrado lo "Stupor Mundi" creò una
mentalità centralistica che ha nuociuto molto al Meridione
FEDERICO
II “PATRIGNO” PER IL SUD
di
FRANCO FELICETTI
Diamo a Cesare quello che è di Cesare: Federico Il ha
dato all'Europa il primo stato moderno della storia. Tutti i sovrani d'Europa,
che avevano a cuore il miglioramento istituzionale dei loro stati, lo tennero
in grande considerazione. Edoardo I d'Inghilterra, il primo dei grandi
legislatori del diritto scritto di quel regno, volle soggiornare nel suo regno
per conoscere da vicino la sua legislazione, che era la più avanzata in tutta
l'Europa medievale, e la struttura del suo governo, che - utilizzando
funzionari laici al posto dei tradizionali ecclesiastici - realizzò la secolarizzazione
del governo con quasi un secolo di anticipo rispetto agli altri stati.
Il suo Liber Augustalis fu il primo codice compilato
scientificamente dopo quello di Giustiniano e le sue Costituzioni di Melfi del
1231 furono studiate e imitate in tutta Europa. Leggiamola la storia, ma
leggiamola in tutte le direzioni, non solo in quella elogiativa. Può essere un
motivo d'orgoglio per noi affermare, con forza, che Federico Il fu il sovrano
di queste terre, ma obbiamo dire, con altrettanta forza, che lo sviluppo
storico successivo gli diede torto.
Col suo stato centralizzato, egli negò all'Italia meridionale
l'esperienza della nascente civiltà comunale, dove si formarono le mentalità
democratiche e si acquisì il senso dello stato nelle coscienze individuali.
Due obiettivi che i meridionali ancora oggi non hanno raggiunto appieno.
Se vogliamo, egli fu più "benìgno" verso la Germania, quando non
pretese la centralizzazione del potere, ma diede la più ampia autonomia agli
stati regionali (i lander di oggi e i fuedi di allora) nell'ambito della
struttura imperiale, che - se vogliamo tradurla nei termini scientifici della
scienza politica moderna - assumeva la forma di una confederazione di stati.
Così, i tedeschi crebbero al loro attuale .federalismo attraverso 1' sperienza
storica di secoli.
Noi meridionali, suoi diretti discendenti, siamo
rimasti con una mentalità medievale dove regna ancora il barone, comunque
camuffato. Sono queste le cose che dobbiamo dire. Sia gloria a Federico II.
Mettiamo in evidenza tutti i suoi pregi. Additiamolo pure come la prima grande
novità della storia per quanto riguarda la concezione dello Stato e dei
rapporti tra le razze e le culture. Ma diciamo anche che a noi fu “patrigno”
suo malgrado.
Non vide o non volle scegliere neanche la seconda
strada che aveva davanti. Aveva la forza e le qualità per unificare l'Italia e
fame il primo stato nazionale d'Europa con quasi due secoli di anticipo
rispetto alla Francia e alla Spagna, ma quest'idea era lontana mille miglia
dalla sua visione delle cose.
Se lo avesse fatto, forse avrebbe ucciso la nascente
civiltà comunale, ma avrebbe salvato l'Italia dai suoi campanilismi e avrebbe
fatto gli italiani con sette secoli di anticipo rispetto a Cavour.
Nella realtà dei fatti, egli era solo un sovrano
illuminato, che governava col pugno di ferro, come avevano fatto i suoi avi
normanni di Sicilia e i suoi trisavoli normanni di Normandia e d'Inghilterra.
All'interno del suo stato non ebbe e non consentì mai
la formazione di un contropotere, come avvenne in Inghilterra. Ma i sovrani
più illuminati di quel regno seppero leggere le tendenze del tempo e vi si
adeguarono loro malgrado. Federico 11, pur non essendo primo in tutto, non
volle o non seppe farlo. E il costo di questo fallimento lo abbiamo pagato noi
e lo continuiamo a pagare ancora oggi.
Il suo stato fu un faro, ma - non ponendosi il problema
di estendere il suo regno a tutta la penisola, dopo aver soffocato qualsiasi
anelito alle libertà comunali meridionali - condannò il meridione al
sottosviluppo dei secoli successivi. I
suoi eredi furono i baroni, antichi e moderni, a cui aveva tolto ogni potere
(liber Augustalis) con largo anticipo rispetto agli altri sovrani d'Europa, ma
aveva lasciato loro il più completo controllo sulla popolazione, che resterà
sottomessa agli antichi servaggi feudali molto più a lungo di qualsiasi altro
stato europeo.
I baroni avevano tutto l'interesse a lasciare le popolazioni
nella più totale sottomissione e nella più totale ignoranza per continuare a
detenere il potere. Questa fu anche l'eredità di Federico IL Diciamole queste
cose. Ci fanno crescere.