IL CORAGGIO
Ci sono nomi, di
luoghi, di cose, che di per se stessi evocano impressioni, piacevoli o
spiacevoli; nomi sintesi, che valgono meglio di ogni circonlocuzione a
sottolineare precisi concetti.
Talvolta, nella vita pratica, questi nomi
diventano luoghi comuni. E'facile che sia cosi. In conseguenza, dire certe cose
significa ricorrere al già fatto, al prefabbricato, a qualcosa che ha in sé
l’immane forza del convenzionale. Pertanto é molto difficile svellere i luoghi comuni dalla testa
della gente; é molto più comodo adattarsi a quello che troviamo già pensato,
già confezionato, anziché provare a
capire che qualcosa può anche cominciare ad andare in maniera diversa da come sembra "destinata" ad andare;
solo che, perché sia davvero cosi, occorre comunque, la nostra sensibilità, il
nostro impegno, il nostro piccolo o
grande coraggio.
Via Popilia, da
sempre, a Cosenza e fino ad ora, é stata il nome simbolo di tutto quanto non
andava. Le strade sporche, le case popolari mal costruite, la vita sociale
frammentaria, tutto sembrava congiurare per ghettizzare la strada e farne
l’esempio di come non doveva essere un quartiere. Del resto, c’era chi
sosteneva che Cosenza, con via Popilia, poteva essere paragonata a Palermo,
visto che aveva anche lei in suo Zen.
Ebbene, proprio da via Popilia , viene il
primo esempio di “giornale di quartiere”, redatto dai suoi giovani abitanti, e
non è che l’ultimo più eclante esempio fra le molte originali e costruttive
iniziative che la scuola media “Fausto Gullo” ha preso e che contribuiscono a
porla come esempio fra i più brillanti di come sia possibile affrontare una
realtà disgregata e ricompattarla su un progetto intelligente e sensibile, e
come, alla lunga, questo progetto divenga tanto ricco da travalicare i limiti
che sembrerebbero naturali (quelli della scuola) per proiettarsi all’esterno.
Il sogno, ne sono sicuro, è quello di
riuscire a capovolgere il luogo comune, affinchè in futuro si possa parlare di
via Popilia, tutta intera, come esempio da imitare e non da esacrare.
Non sono un profondo conoscitore dei testi
sacri, ma mi viene in mente, pensando a quello che è stato già fatto, ed al
sogno ancora da realizzare, una frase del nuovo testamento: “la pietra che è
stata rifiutata è diventata pietra angolare”.
Di contro all’agghiacciante forza del
convenzionale, il segno vivo di una silenziosa rivoluzione che ha cambiato
realmente le cose e dato più di una speranza. Che sia una inaspettata lezione
di vita? Noi politici faremme bene a meditarci su.
Antonio Chiappetta, assessore alla P.I. del Comune di Cosenza
Foglio della
Scuola Media Statale Fausto Gullo Anno
I N. 1