Rapporti
e strutture
Capitolo
IX
LO
STATO E L'INDIVIDUO
1)- LA LIBERTÀ DALLA
PAURA
L'individuo, sin dalla
nascita, entra in contatto con lo Stato in rapporto di diritti (1) e di
doveri. Quali sono i diritti che l'individuo può rivendicare dallo Stato?
Quali sono i doveri che l'individuo è tenuto ad osservare per cui lo Stato può
legittimamente usare il suo potere di coercizione per farglieli rispettare?
Il primo e fondamentale
diritto dell'individuo è la libertà dalla paura. Libertà dalla paura non tanto
e non solo di un nemico esterno che minacci l'invasione della società in cui
vive, ma anche, e soprattutto, libertà dalla paura di uno Stato arbitrario e
dispotico che soffochi o frustri il suo anelito alla libera ed autonoma
realizzazione della sua personalità; la libertà dalla ingerenza degli altri
individui nella propria vita privata e, non ultimo, la libertà dalla paura
della disoccupazione, della vecchiaia, della povertà, delle malattie, ecc. Per
cui i diritti che l'individuo porta con
sé dalla nascita sono: 1) i diritti civili, o diritti che lìmitano l'azione
dello Stato e regolano i rapporti tra gli individui; diritti politici, o
diritti che investono il cittadino del potere di concorrere alla
determinazione della politica dello Stato, e 3) i diritti a contenuto economico-sociale, o
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(1) Negli Stati assoluti,
che uscivano dal medioevo, l'individuo non godeva di nessun diritto, aveva solo
doveri (questo è anche vero per l'Inghilterra; la Magna Carta del 1215,
infatti, non concedeva nessuna libertà al cittadino in quanto tale, ma rappresentava
un contratto stipulato tra il re ed i suoi baroni per il riconoscimento dei
reciproci diritti). Egli era completamente assoggettato alla supremazia dello
Stato che lo gettava in prigione, senza un regolare processo, lo tassava senza
il suo consenso, acquartierava i soldati nella sua casa, lo derubava della sua
proprietà, gli proibiva di professare una religione diversa da quella
ufficiale, ecc.
diritti che obbligano lo
Stato ad assicurare al cittadino determinate prestazioni.
Va detto subito che i diritti civili sono
attribuiti a tutte le persone che vivono sul territorio nazionale, anche se
esse non sono cittadini dello Stato(1). I diritti politici, invece, sono
attribuiti soltanto ai cittadini dello Stato (V. Cap. II).
2. - DIRITTI CIVILI
Tra i più importanti
diritti civili è la libertà personale, ossia la libertà di disporre della
propria persona, la libertà di fissare il proprio domicilio nel luogo che più
si ritiene opportuno, la libertà di parola, di coscienza, di pensiero. Il che
significa che l'individuo è libero di «professare liberamente la propria fede
religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e
di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti
contrari al buon costume (2); è libero di criticare l'ordine sociale esistente
con tutte le sue istituzioni; è libero di proporre un nuovo schema di
organizzazione sociale, diffondere il proprio pensiero attraverso la stampa,
comizi, conferenze e con tutti i mezzi che egli ritiene più opportuni. E libero
di sostenere che il sistema politico vigente è l'apoteosi della perfezione,
ecc.
Ma mentre questa libertà è illimitata per
quanto riguarda gli argomenti di carattere generale, essa è limitata e
regolata nei rapporti con gli altri individui; ed è giusto che sia così.
Incitare una folla inferocita, mettere in pericolo l'incolumità altrui,
accusare una persona di un crimine senza prove, fare una falsa dichiarazione,
che leda la reputazione di una persona, può e deve essere punito. «Gli atti. di
qualsiasi genere, che, senza un motivo giustificato, arrecano danno agli altri
possono essere e, e nei casi più importanti devono essere, controllati dalla
società. La libertà dell'individuo deve essere limitata fino a questo punto e non
oltre: egli non deve arrecare molestie agli altri» (3).
Il diritto alla libertà di parola porta con
sé il diritto alla libertà di riunione e di associazione. Nel capitolo VI
abbiamo visto che nel mondo moderno l'individuo è privo di qualsiasi influenza
se non agisce e non si associa con
gli altri individui. Nel capitolo
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(1)In tempo di guerra i
diritti civili vengono revocati a tutte quelle persone che hanno la nazionalità
dello Stato con cui si è in guerra. Esse vengono internate fino alla fine delle
ostilità (si fa ciò perché si teme che essi siano o possano costituire una
quinta colonna che operi in favore del nemico). Tale fu la sorte di tutti i
giapponesi residenti negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale,
degli italiani residenti in Canada, dei rifugiati tedeschi in Gran Bretagna. Ma
in questa ultima nazione l'opinione pubblica criticò in tal modo l'operato del
Governo che esso si decise ad istituire una commissione d'inchiesta per
accertare se effettivamente tra questi rifugiati vi fossero degli agenti
nazisti. La maggior parte di essi fu liberata. È bene aggiungere che in caso di
guerra questi diritti possono venire limitati, ma non negati, anche ai cittadini
dello Stato, onde evitare di fornire informazioni al nemico per via diretta o
indiretta.
(2) Art. 19 della Costituzione italiana.
(3)
J. STUART MILL: On Liberty; Gateway edition, p. 81.
secondo abbiamo anche
visto quali sono i fini e gli scopi che le associazioni si prefiggono e qual è
il rapporto tra esse e lo Stato. Quì vogliamo esaminare il rapporto tra lo
Stato e un particolare tipo di associazione: il partito politi,o che si pone
come fine il sovvertimento dell'ordine sociale esistente.
“Dobbiamo incominciare, io credo,
coll'affermare il principio secondo qui lo Stato non ha nessun diritto di
negare la libertà e quindi l'esistenza di un partito politico il cui credo è
il sovvertimento dell'ordine sociale esistente. Ritengo ovvio che lo Stato
abbia il diritto di proteggersi da qualsiasi attacco. Come Stato deve assumere
che la sua esistenza sia preservata. Deve postulare che il mutamento della sua
organizzazione deve essere la conseguenza di una pacifica persuasione e non la
conseguenza di un assalto violento. Lo Stato perciò deve postulare che il suo
dovere a mantenere la pace e la sicurezza è alla base della sua esistenza. La
libertà di cui godono le associazioni deve essere limitata al contesto che esse
non possono avere la libertà di rovesciare lo Stato... Sono anche d'accordo che
un partito comunista che incominciasse ad inquadrare militarmente i suoi
aderenti potrebbe essere legittimamente considerato una minaccia alla pace, e
in questo contesto negargli il diritto all'esistenza è giustificato. Così
anche quando un partito politico... incominciasse ad acquistare armi e
munizioni, l’interferenza dello Stato sarebbe giustificata. Ma non vedo come lo
Stato potrebbe negare il diritto al partito comunista di predicare la sua
dottrina di sovvertimento dell'ordine sociale quando questo viene fatto
pacificamente e attraverso canali come la stampa e le riunioni politiche»(1) .
3. - I DIRITTI
POLITICI
I diritti politici sono quelli che danno al
cittadino adulto il diritto al voto, ossia la capacità di partecipare
attivamente alle elezioni politiche ed amministrative, sia come elettore
(elettorato attivo) che come candidato (elettorato passivo); il diritto di
accedere alle cariche pubbliche o elettive senza distinzione di sesso e in condizione
di uguaglianza; il diritto alla diretta partecipazione alla direzione politica
dello Stato come membro di istituzioni come il parlamento, i consigli
regionali, provinciali e municipali.
La conquista dei diritti politici è
relativamente recente. Il loro riconoscimento, infatti, venne molto tempo dopo
il riconoscimento dei diritti civili. Il diritto al voto fino a non molto tempo
fa era limitato ad una cerchia ristretta di cittadini. Ne erano escluse le
donne e tutti coloro che non avevano certi requisiti ritenuti essenziali, come
la condizione di proprietario, l'appartenenza ad una razza, classe sociale o
casta, ecc. Negli Stati democratici moderni il diritto al voto è stato esteso a
tutti i cittadini di ambo i sessi (suffragio universale) che abbiano raggiunto
la maggiore età (v, nota cap.
VI). Ma questo è un argomento che approfondiremo al capitolo XV.
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(1) ' H. LASKY: Liberty
in che Moclern State; Allea and Unwin, Londra, p. 121-2.
Tutti questi diritti - il diritto al
voto, la libertà di parola, di espressione, di coscienza e religiosa, di
stampa, di riunione, di associazione, di segretezza della corrispondenza, ecc.
- perderebbero ogni loro valore se non fossero accompagnati e sorretti dalla
libertà dagli arresti, ossia da quel diritto che garantisce l'individuo da ogni
forma di detenzione, di ispezione o perquisizione personale e da ogni altra
restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dalla autorità
giudiziaria e nei soli modi previsti dalla legge (1).
Perciò, affinché questi diritti siano
resi effettivi e non si risolvano in una mera dichiarazione formale, come di
fatto avviene negli Stati a regime dittatoriale (v. capitoli Il e VI), non
basta che essi siano sanciti dalla costituzione (2), è essenziale che ci sia
una magistratura indipendente che freni gli orgaani dello Stato dall'usare la
forza che detengono «per operare arrestare a loro discrezione, o tenere la
gente in prigione senza giudizio o sottosposta ad un giudizio fasullo» (3).
In altre parole, ci deve essere una
magistratura indipendente dagli organi
dello Stato a cui l'individuo può rivolgersi per protezione quando crede che
detti organi stanno invadendo la sfera dei suoi diritti.
4)-I DIRITTI ECONOMICO-SOCIALI
«Oggidì, lo Stato non si può disinteressare
delle condizioni in cui si svolge il lavoro umano, delle necessità vitali del
lavoratore e della sua famiglia, dei suoi bisogni in caso di malattia o di
infortuni suoi o dei suoi familiari, della sua disoccupazione, della sua
inabilità al lavoro per invalidità o vecchiaia» perciò si fa «sempre più
sentita l'esigenza che alla uguaglianza formale dei cittadini (tutti
considerati dalla legge come capaci degli stessi diritti) si accompagni
l'eguaglianza sostanziale, ossia la esistenza di condizioni per tutti che li
mettano in grado di effettivamente godere e difendere quei diritti, ed essendo
generale la convinzione, senza la democrazia economica non che esista vera
democrazia politica e senza sicurezza sociale non esiste vera sicurezza
giuridica» (4).
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(1) Art. 13 della
Costituzione italiana.
(2) I diritti del cittadino
in Gran Bretagna sono garantiti dalla legge ordinaria; le più importanti delle
quali sono la Petizione
dei diritti (1628), la Legge
sui diritti (1689) e la Magna Carta (1215), e come tali possono essere revocati con
l'approvazione di un'altra legge da parte della maggioranza parlamentare. Negli
altri Stati, dove questi diritti sono garantiti dalla costituzione, per poterli
revocare o limitare, si deve modificare la Costituzione il che può essere fatto solo con
una maggioranza qualificata.
(3) CORRY ABRAHAM: op.
cit., p. 238.
(4) GIOVANNI MIELE: Lo Stado moderno; ERI, 1964,
p. 32.
Perciò lo Stato moderno non è più lo
Stato gendarme contro la cui ingerenza bisogna garantirsi, ma è diventato lo
Stato-amico (1) che assicura e promuove il benessere di ogni cittadino,
garantendo: il diritto al lavoro ed una retribuzione proporzionale alla
quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad
assicurare a sé e alla sua famiglia una esistenza libera e dignitosa; il
diritto al riposo settimanale e ferie annuali retribuite; il diritto
all'istruzione, rendendo l'istruzione inferiore, impartita per almeno otti
anni, obbligatoria e gratuita e prevedendo borse di studio per i gradi
superiori affinché i meritevoli e capaci, anche se privi di mezzi, possano
raggiungere i gradi più alti degli studi; il diritto di sciopero; il diritto
alla libertà di organizzare sindacati, i cui contratti collettivi, stipulati
con i datori di lavoro, hanno efficacia obbligatoria per tutte le parti
contraenti (ossia, sia per il lavoratore che per i datori di lavoro);
riconoscendo alla donna gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse
retribuzioni che spettano al lavoratore; proibendo il lavoro infantile;
proteggendo la famiglia, la madre ed il fanciullo; fornendo l'assistenza agli
inabili ed ai minorati; predisponendo a favore dei lavoratori l'assicurazione
contro le malattie, contro la disoccupazione involontaria e l'assicurazione per
invalidità e vecchiaia.
5. - I DOVERI DEL
CITTADINO
A stretto contatto con
i diritti vi sono i doveri del cittadino, anzi, per meglio dire, non sarebbe
possibile assicurare i primi se non vi fossero i secondi. Sarebbe, infatti,
impossibile garantire la sicurezza contro la possibilità di una invasione
esterna se non vi fossero le forze armate a salvaguardia, il che comporta il
dovere da parte del cittadino a prestare servizio militare. Sarebbe
estremamente difficile garantire l’individuo dall'interferenza altrui se
l'osservanza delle leggi non fosse obbligatoria, come sarebbe impossibile un
corretto funzionamento degli organi dello Stato se all'individuo non
incombesse l'obbligo di concorrere alle spese pubbliche in ragione della
propria capacità contributiva. Infine, l'esistenza stessa dello Stato (che è basata
sul consenso) sarebbe minata se la fedeltà allo Stato non costituisse vincolo,
ma, “mentre l'osservanza delle leggi si va valere nei riguardi di tutti, la
fedeltà tocca solo ai cittadini, e vuole significare la partecipazione attiva
ai valori di cui lo Stato è espressione” (2).
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(1) Precisiamo che non
tutti i diritti economico-sociali sono riconosciuti dallo Stato moderno.
(2)COSTANTINO MORTATI: La
Persona, lo Stato n le comunità intermedie; ERI, 1966, p. 41.
SPUNTI PER LA DISCUSSIONE IN CLASSE
1)
Nello Stato democratico moderno, la libertà dalla paura è garantita
in tutti i suoi aspetti (ingerenza dello Stato, ingerenza degli altri nella
propria vita privata, paura della vecchiaia, delle malattie, della povertà,
ecc.) tranne uno: la paura della disoccupazione. Perchè lo Stato non riesce a
liberare l’individuo da questa paura, nonostante se lo sia posto come uno dei
suoi obiettivi fondamentali "la
Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro
e promuove le condizioni che rendeno effettivo questo diritto”)?
2)Nello
Stato democratico la libertà dell’individuo finisce dove inizia quella degli
altri. Perchè è giusto che sia così?
3) La
mentalità di un certo tipo di italiano è anarchica e borbonica. Anarchica per
quanto riguarda la sua sfera di libertà; borbonica per quanto riguarda la sfera
della libertà degli altri. Controlla se ciò è vero.
4) Nello
Stato di diritto (quella forma di Stato che garantisce e tutela la libertà e i
diritti dei cittadini) l’individuo è sotto la protezione della legge, la quale
regna sovrana. Nell’Italia odierna molto spesso si parla di crisi dello Stato
di diritto perchè questo non riesce più a garantire al cittadino la certezza del
diritto. Tu che sai dire su questo problema?
5) Una
corrente di pensiero politico, piuttosto diffusa nel mondo moderno, afferma che
la crisi dello Stato sia dovuta al fatto che esso si è fatto eccessivamente
carico dei diritti economico-sociale del cittadino. Tu cosa ne pensi?
6) Un
certo tipo di individuo ha verso lo Stato un atteggiamento bifronte: lo
considera amico e ne apprezza le funzioni nel momento in cui rivendica i suoi
diritti; lo considera nemico, e quindi cerca di frodarlo, nel momento in cui
esso gli impone dei doveri. E’ questo atteggiamento legato alla natura umana o
è legata alla particolare esperienza storica di alcuni popoli (tra cui
l’italiano) che non ancora maturato il senso dello Stato?