Capitolo III
LA SOVRANITÀ
1- GLI ORGANISMI
INTERNAZIONALI
Nel capitolo precedente abbiamo trattato,
sia pur sommariamente, della sovranità esterna dello Stato ed abbiamo visto
che essa va sempre più limitandosi a favore di organismi internazionali o
sovranazionali. Il grado di sovranità a cui si rinuncia dipende dal tipo di
organismo o organizzazione a cui si appartiene. Va da sé che, se si appartiene
a più organismi, il grado di sovranità ceduta è maggiore cumulativamente.
Gli organismi internazionali possono essere raggruppati
in tre tipi fondamentali: 1) organismi che perseguono l'obiettivo finale
dell'integrazione economica di un'area geografica, a cui appartengono una pluralità
di Stati (per cui si parla di Mercato Comune), come premessa di una futura
integrazione politica; 2) organismi che perseguono obiettivi di difesa
territoriale dì un sistema di Stati ideologicamente affini (per cui si parla di
alleanze politiche-militari); 3) organismi che si prefiggono di garantire la
pace tra le nazioni (cioè, di assicurare che le nazioni non facciano ricorso
alle armi per dirimere le loro controversie, ma le risolvino pacificamente
attraverso i canali diplomatici nell'ambito delle organizzazioni stesse) e di
organizzare la collaborazione internazionale nel campo del lavoro, della fame
nel mondo, della cultura, del diritto e della sanità.
Gli organismi del primo tipo rientrano
(con le dovute cautele, in quanto. i'obiettivo dell'integrazione politica non è
comune a tutti): l'Organizzazione dell'Unità Africana, l'Organizzazione degli
Stati Americani, il Consiglio per la Mutua Assistenza
(COMECON) dei paesi comunisti e la Comunità Economica
Europea.
L'adesione alla C.E.E. comporta per l'Italia
una diminuzione di sovranità esterna, nel campo della politica economica,
effettiva, ma non decisiva. Il Trattato dì Roma, sottoscritto nel 1957 dai sei
paesi (Germania, Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Italia (1) per questo
si parla di "Piccola Europa o
Europa dei seì"),
prevede tre livelli decisionali: il Consiglio dei Ministri, la Commissione esecutiva
e il Parlamento Europeo.
Nel Consiglio dei Ministri le decisioni
vengono prese a maggioranza qualificata (a larga maggioranza) e le sue
decisioni sono vincolanti per tutti, ma - se uno Stato membro si oppone - la Comunità entra in
crisi perché non è previsto un potere coercitivo. Ecco perché la cessione di
sovranità è effettiva, ma non decisiva. Tuttavia, il Trattato aveva previsto
che alla realizzazione del Mercato Comune si sarebbe giunti per tappe
successive, e questo per garantire quei paesi, come l'Italia, che partivano
svantaggiati rispetto alle economie più evolute degli altri Stati, per cui un
immediato abbattimento dei dazi interni alla Comunità avrebbe
provocato il crollo delle loro economie. Ma queste tappe, pur rigidamente
previste e liberamente accettate da tutti. non furono decisive, perché, quando
uno Stato membro chiedeva un rinvio motivato della tappa successiva, esso
veniva accolto e non poteva essere che così.
Nella Commissione esecutiva le
deliberazioni vengono adottate a maggioranza semplice, ma i suoi poteri non
sono così vasti come quelli del Consiglio dei Ministri. Essa si deve limitare a
mettere in esecuzione le decisioni che quell'organo ha preso e che hanno
valore normativo. Solo in alcuni casi ha potere di iniziativa e di decisione.
I suoi compiti principali sono quelli di preparare i lavori del Consiglio, di
elaborare le proposte di legge e di preparare lo schema preliminare del bilancio
della comunità.
Il Parlamento Europeo ha poteri molto
limitati. Il suo atto più qualificante è l'approvazione del bilancio della
Comunità, che può respingen ma con una
maggioranza di due terzi. Altri suoi poteri di un certo rilievo sono: la
facoltà di decidere la destinazione di una piccola parte della spesa della
Comunità; di esprimere pareri sulle proposte di legge elaborate dalla
Commissione, la cui approvazione spetta, come abbiamo visto, al Consiglio; di
esercitare il controllo politico sulla Commissione a cui può esprimere la
propria sfiducia e quindi costringerla alle dimissioni.
Anche se il Parlamento Europeo svolge soltanto una
funzione deliberativa e consultiva e non ha poteri legislativi, esso ha
assunto un nuovo prestigio e una nuova consapevolezza che gli derivano dal
fatto che, dal 1979', è espressione diretta dei cittadini della Comunità.
L'elezione diretta dei membri del Parlamento
rappresenta il primo passo verso quell'integrazione politica che era nelle
aspirazioni dei padri fondatori. Ma quale Europa? L'Europa delle patrie, cioè
confederale, come la auspicano Francia e Inghilterra, o l'Europa federale, come
la vogliono Italia e Germania? Su questo il dibattito è aperto. Il primo
Parlamento eletto ha approvato una bozza di Trattato che prefigura la futura
Unione Europea. Ma la decisione spetta Stati.
Negli organismi del secondo tipo vi rientrano:
la SEATO,
1'organizzazione difensiva del Sud Est Asiatico; la METO, l'organizzazione
difensiva del Medio Oriente; il Patto di Varsavia, l'organizzazione difensiva
dei paesi dell'Est e la NATO,
di cui fa parte l'Italia.
Queste sono alleanze politiche-militari
totalmente differenti da quelle tradizionali. Le alleanze tradizionali erano di
carattere prettamente militare e ogni Stato aderente conservava la piena
autonomia nella gestione delle proprie forze, che venivano integrate con le
altre forze dell'alleanza soltanto in caso di guerra.
Nelle alleanze politicomilitare odierne,
invece, accanto all'aspetto militare, che ha una struttura organizzativa nuova
rispetto al passato, troviamo l'aspetto politico, che non è meno importante.
Secondo il Trattato NATO, gli Stati firmatari si impegnano: a) a rafforzare le
loro libere istituzioni; b) ad assicurare una migliore comprensione dei
principi sui quali si fondano; c) a sviluppare le condizioni atte ad assicurare
la stabilità e il benessere dei loro popoli; d) ad adoperarsi per eliminare
qualsiasi opposizione sulle loro politiche economiche internazionali e a
incoraggiare la reciproca collaborazione economica. Tuttavia, questo aspetto
politico, nell'ambito del Patto Atlantico, ha avuto scarso sviluppo, se si
eccettua il punto a) per quel che riguarda i servizi di sicurezza
nazionale. L'aspetto militare ha dato
vita ad una organizzazione a tempo pieno, che ha lo scopo di provvedere alla
difesa comune erigendo uno scudo protettivo, contro le forze esterne, che si
fonda sull'integrazione delle forze e dei comandi.
In questo organismo sovranazionale, la
sovranità degli Stati aderenti viene limitata di diritto e di fatto, sebbene
le decisioni, all'interno dell'organo politico che le gestisce, vengono prese
all'unanimità. Lo scudo protettivo, che può essere costituito anche da missili,
viene eretto nei punti nevralgici decisi dagli alti comandi, che sono fortemente
integrati, anche se formalmente viene approvato dal Consiglio dell'Alleanza, il
quale è formato dai ministri degli interni, delle finanze e della difesa dei
paesi firmatari. All'interno di questi alti comandi, la potenza egemone
esercita un'influenza preponderante, tanto da far dire a qualcuno che
l'adesione dell'Italia alla NATO configura una condizione di sovranità
limitata.
Nel terzo tipo, infine, troviamo il più
importante di questi organismi: l'O.N.U. (Organizzazione delle Nazioni Unite),
che ha sede a New York e a cui aderiscono 160 nazioni circa. L'Organizzazione è
basata sul principio dell'uguaglianza di sovranità dei suoi membri (1). Tutte
le nazioni hanno
diritto ad un solo voto
e le decisioni del Consiglio di Sicurezza(1) hanno
uguale forza per tutte le Nazioni. Da ciò si può desumere che non ci sono Stati
la cui sovranità pesa di più di quella di altri Stati. L'affermazione che «il
principio dell'uguaglianza di sovranità delle nazioni è soltanto un principio
legale , perché nel comportamento pratico alcune nazioni possono essere più
soggette all'influenza di nazioni straniere di altre (se gli Stati Uniti
propongono vigorosamente al Guatemala di adottare una certa politica è più
probabile che il Guatemala accolga un simile suggerimento e non gli Stati Uniti
se il suggerimento fosse partito dal Guatemala)»(2) si può spiegare e
comprendere soltanto fintanto che si urla in termini di imperialismo, cioè,
soltanto fintanto che una nazione usa la sua forza o la sua potenza economica
per tenere in stato di soggezione le nazioni minori.
Almeno sulla carta e nelle dichiarazioni
di intenti. 1'O.N.U. avrebbe dovuto rappresentare il superamento del concetto
di sovranità, ma questo, purtroppo, non trova un pratico riscontro nella realtà
dei fatti. Pur avendone sottoscritto la Carta, i singoli Stati non si sentono vincolati
all'accettazione dei suoi deliberati, se essi sono in contrasto con la loro
politica o le loro azioni del momento(3). In questo senso, cioè nella
formazione di una volontà sovranazionale, questo organismo non ha realizzato
l'ideale che ispirò la sua nascita e che è racchiuso nella sua carta
istitutiva. Esso è diventato, e in questo senso ha una grande utilità, un
forum internazionale, a cui partecipano, fianco a fianco, le nazioni del Patto
di Varsavia, quelle del Patto Atlantico, la Cina comunista e quella nazionalista, i Paesi
del terzo mondo, ecc., e in cui si dibattono i grandi problemi della comunità
internazionale e si approvano dei documenti solenni, di grande rilevanza
mondiale, quali la Dichiarazione
Universale dei Diritti dell'Uomo, la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo, la Convenzione sui
Diritti della Donna, la
Dichiarazione sulla Discriminazione Razziale, la Dichiarazione
sull'Indipendenza ai Paesi e ai Popoli Coloniali e il Trattato sulla non
proliferazione delle Armi Nucleari, la cui realizzazione, tuttavia, viene
lasciata alla buona volontà dei singoli Paesi membri. Insomma, il vincolo
dell'O.N.U. è morale e politico, ma non giuridico. La forza di pace (i caschi
blu) che esso può costituire, con la partecipazione degli Stati membri, per presidiare
una qualsiasi zona calda del globo, diventa operativa solo col consenso degli
Stati interessati.
L'O.N.U., che è retto da un Segretario
Generale, la cui efficacia operativa nelle controversie tra Stati è legata alla
capacità e al prestigio personale, è il centro a cui fanno capo una
molteplicità di organismi sussidiari, con autonomia funzionale, e di
organizzazioni collegate.
I più noti organismi sussidiari sono:
l'UNDP, Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, che ha lo scopo di
finanziare progetti di assistenza tecnica nell'ambito del preinvestimento, in
modo da contribuire allo sviluppo dei Paesi a basso reddito; 1'UNCTAD,
Conferenza delle Nazioni Uniti sul Commercio e lo sviluppo, che ha lo scopo di
aiutare i paesi in via di sviluppo ad aumentare e stabilizzare i profitti derivanti
dai prodotti di base, ad accrescere l'esportazione dei beni manufatturati e a
ottenere i capitali necessari per i programmi di sviluppo economico; l'UNIDO,
Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo industriale, che ha lo
scopo di promuovere e di accrescere lo sviluppo industriale nei Paesi a basso
reddito; l'UNICEF, Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia, che aiuta i Paesi
in via di sviluppo a migliorare le condizioni di vita dell'infanzia e dei
giovani.
Le più note organizzazioni collegate sono: la FAO, Organizzazione delle
Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura, che ha sede in Roma ed ha lo
scopo di accrescere la produzione agricola, forestale e ittica, migliorando la
nutrizione delle popolazioni; il GATT, Accordo Generale sulle Tariffe Doganali
e sul Commercio, che mira alla riduzione delle tariffe doganali tra gli Stati
membri e alla consultazione in materia commerciale: l'IDA, Associazione
Internazionale per lo Sviluppo, che effettua prestiti, a condizioni agevolati,
destinati a far fronte alle necessità nel settore dello sviluppo nei Paesi a
basso reddito; il FMI, Fondo Monetario Internazionale, che mira a favorire la
cooperazione monetaria internazionale e l'espansione del commercio mondiale;
a promuovere la stabilità dei cambi e mantenere regolari accordi in materia di cambi, per evitare svalutazioni
monetarie a fini di concorrenza; l'UNESCO, Organizzazione delle Nazioni Unite
per l'Educazione, la scienza e la cultura, che contribuisce al mantenimento
della pace e della sicurezza, rafforzando la collaborazione tra le nazioni
attraverso l'educazione, la scienza e la cultura; il WWF, Fondo Mondiale per la Natura, che mira a
proteggere la natura dalla violenza dell'uomo.
2) GLI ATTRIBUTI DELLA
SOVRANITA INTERNA
Lo Stato, oltre ad essere sovrano
rispetto agli altri Stati, è sovrano anche nell'ambito del territorio; cioè,
esso è investito dal potere supremo di emettere ordini vincolanti per tutti
gli individui e per tutti i gruppi che si trovano sul territorio nazionale e a
sua volta non riceve ordini da nessuno.
3). - IL SOVRANO
LEGALE
Secondo alcuni studiosi, la sovranità
interna dello Stato deve essere: 1) illimitata, perché un potere che imponesse
delle limitazioni diventerebbe esso stesso sovrano; 2) inalienabile, perché il
sovrano che trasferisse questo suo potere ad un altro organo cesserebbe di
essere sovrano; 3) indivisibile, perché se questo potere supremo venisse diviso
fra più organi cesserebbe di essere supremo.
Ma noi abbiamo visto che il termine Stato è
un'astrazione per indicare l'organizzazione politica della società nazionale e
che esso si concretizza nei suoi organi, quali l'Esecutivo, il Parlamento, la Magistratura, la Corte Costituzionale,
il Capo dello Stato, ecc. Ora bisogna domandarsi: se lo Stato è sovrano
nell'ambito del suo territorio ed esso a sua volta si concretizza in tanti
organi diversi, che svolgono funzioni diverse, in quali di questi organi
risiede la sovranità? Cioè, quale di questi organi è investito del potere di
dire l'ultima parola che sia vincolante per tutti? È molto difficile dare una
risposta. In Stati, come l'Inghilterra, dove non esiste una Corte
Costituzionale e dove la costituzione stessa è composta da un insieme di leggi
votate dal parlamento nel corso dei secoli, quest'organo è facilmente
individuabile: è il parlamento. Le leggi da esso approvate sono vincolanti per
tutti ed esso non è vincolato da nessuno, anzi può cambiare od abrogare queste
leggi a volontà, basta che ci sia una maggioranza disposta a farlo.
In Stati a struttura complessa, come
l'Italia, è difficile determinarlo: non è il parlamento perché le sue leggi
possono essere dichiarate incostituzionali dalla Corte Costituzionale; non è la Corte Costituzionale
perché un emendamento alla costituzione può far diventare costituzionali
quelle leggi che essa ha dichiarato incostituzionali. Si potrebbe arguire,
dunque, che la sovranità risieda in quegli organi che hanno il potere di
emendare la Costituzione
- cioè, i due terzi del parlamento. Ma il parlamento ha bisogno di un mandato
da parte dell'elettorato per poter legiferare, il che ci porterebbe a
concludere che la sovranità risieda nell'elettorato. Se, tuttavia, l'autorità
suprema deve avere quegli attributi che abbiamo sopra esposto, essa non può
risiedere nell'elettorato, perché questo non può agire direttamente (1), ma
deve delegare i suoi poteri a "rappresentanti". cioè, ai membri del
parlamento.
4. - IL SOVRANO
POLITICA
Alcuni hanno cercato di uscire da questo
circolo vizioso scindendo il problema. Cioè, distinguendo una sovranità legale
da una sovranità politica. Quella che abbiamo appena esposto, secondo questi
autori, sarebbe la sovranità legale.
Essi affermano che dietro
il sovrano legale vi è un altro potere, l'elettorato, che non può esprimersi in
forma legale, ma è ad esso che si fa ricorso quando sorgono dei problemi.
L'elettorato, quindi, è il sovrano politico. Parlare di sovranità popolare,
tuttavia, è inesatto perché la sovranità non appartiene alla massa
disorganizzata del popolo, ma solo a quella debitamente costituita in
elettorato. A coloro che fanno
osservare che i due concetti sono in conflitto in quanto, per
definizione, la sovranità deve essere una ed indivisibile, essi rispondono che
in effetti il problema non esiste, perché essi sono due aspetti dello stesso
concetto. In realtà, essi aggiungono, il sovrano legale, da parte sua,
conformerà la sua azione alla volontà del sovrano politico che lo ha investito
del potere di esprimersi legalmente e che esercita su di esso una funzione di
controllo.
5 - LA SOVRANITÀ COME
CONCETTO DI CLASSE
Il concetto della sovranità assoluta è un
concetto di classe. Esso fu teorizzato per difendere lo Stato assoluto ed
accentratore che usciva dalle rovine del Medio Evo, e continua ad essere difeso
da coloro che teorizzano la supremazia di classe perché solo in questo modo la
classe che detiene il potere «può definire e controllare i postulanti legali
della società» (1).
Ma negli Stati democratici moderni. dove
accanto allo Stato esistono altre organizzazioni che vantano gli stessi
diritti, un tale concetto non può esistere. Gli Enti locali. (Regione. Comune
e Provincia), dotati di autonomia amministrativa, i gruppi in cui gli
individui sono organizzati, come i partiti politici, i sindacati, la chiesa,
le associazioni professionali, ecc., sono importanti quanto lo Stato. Anzi
possiamo dire che sono essi i veri gangli vitali attraverso i quali si articola
lo Stato democratico. Cercare un organo sovrano in questa moltitudine di organizzazioni,
che, con la loro condotta, influenzano e determinano l'azione dello Stato, è
impresa ardua. Possiamo solo limitarci a concludere questo capitolo con le
parole di un noto studioso, secondo cui «i due concetti della sovranità e
dell'assolutismo sono stati forgiati insieme sulla stessa incudine e insieme
devono essere cancellati» (2)'.
SPUNTI PER LA DISCUSSIONE IN
CLASSE
1) la
forte integrazione degli alti comandi dei paesi aderenti alla NATO parlare di un’internazionale dei generali, i
quali si identificano talmente con gli interessi della “Organizzazione” a cui
appartengono da trascurare quelli dei rispettivi paesi. Verifica se questo è
esatto.
2) Nella
NATO il nerbo più consistente delle forze è costituito dagli Stati Uniti, che
sono, indiscutibilmente, la potenza
egemone. In questa egemonio alcuni hanno visto un sinonimo di “subordinazione”
da parte degli altri Stati firmatari. Tu cosa ne pensi?
3) Gli
interessi degli Stati Uniti sono interessi mondiali. Essi costituiscono il
nucleo centrale di ogni “organizzazione difensiva Occidentale. Quali sono
queste “Organizzazione” e si può dire che essi esercitono una forma di
“imperialismo mascherato, come alcuni affermano?
4) Le
Nazioni Unite hanno perso progressivamente quella forza risolutiva e
propositiva che ha caratterizzato i suoi primi anni di vita. Sai spiegare
perchè questo è accaduto?
5) Il
concetto di sovranità è un concetto di potenza. Secondo te, il concetto di
uguaglianza di sovranità elaborato dalle Nazioni Unite può ancora svolgere una
funzione utile nei rapporti tra gli Stati?
6) Nel
testo si afferma che il sovrano legale si adegua sempre alla volontà del
sovrano politico. Controlla se questa affermazione è vera per gli Stati come
l’Inghilterra, dove l’elettorato, quando vota, vota per un Governo, di cui
conosce la composizione, e per gli Stati come l’Italia, dove l’elettorato vota
al buio (senza sapere quale Governo si formerà e quale politica si attuerà).