Capitolo
XVI
L'OPINIONE
PUBBLICA E I GRUPPI DI PRESSIONE
La vita politica degli Stati democratici
moderni ha le sue radici nell'opinione pubblica. Il Governo, si dice
comunemente, è un'orchestra che suona la musica preferita dal suo pubblico.
Un'immagine, questa, certamente efficace per descrivere la funzione
dell'opinione pubblica nelle democrazie, ma è un'immagine incompleta. È sì vero
che l'orchestra (Governo) suona la musica che piace al suo pubblico, ma è anche
vero che il pubblico chiede spesso quella musica a cui è stato educato, e più
avanti vedremo fino a qual punto questo sia vero.
1. - UNA
CHIARIFICAZIONE DEI TERMINI
«L'opinione può essere
definita come l'accettazione di uno tra due o più punti di vista che possono
essere accettati dalla mente razionale come veri. Se solo un punto di vista può
essere logicamente accettato non è un'opinione, ma il risultato di una dimostrazione»
(1).
Quindi, possiamo dire che l'opinione
pubblica è l'insieme delle opinioni, che gli individui interessati esprimono
quando si trovano a contatto di una situazione particolare in cui è
impossibile dare una risposta certa e definitiva, che abbia valore
dimostrativo, come nel caso di problemi matematici, ma vi sono tante soluzioni
possibili, ciascuna delle quali genera conseguenze dissimili, per cui ogni
individuo dà una risposta che è basata sul proprio punto di vista e sulla
conoscenza che ha, o crede di avere. di quella situazione particolare.
Ma perché "pubblica"? L'opinione
non è, e non può essere, uniforme. L’uniformità si può avere solo in quelle
date situazioni in cui è dimostrativamente verificabile che esiste una ed una
sola soluzione possibile.
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(1) A.L. LOWELL: Public
Opinion in War and Peace: Cambridge P., 1923. pp. 12 -13.
-~
Perciò nelle democrazie moderne, in cui è
universalmente accettata la regola della maggioranza (v. Cap. VI), si dice
"pubblica quella opinione che ha avuto il maggior numero di consensi.
Tuttavia, l'esperienza ha dimostrato che l'influenza esercitata dall'opinione
pubblica non dipende tanto dal numero delle persone, quanto dall'intensità corn
cui è intrattenuta.
«L'influenza che esercitano le opinioni è più
o meno in relazione al grado di intensità con cui sono intrattenute.
L'esperienza dimostra che le opinioni intrattenute tiepidamente da un gran
numero di persone frequentemente hanno meno influenza nel corso degli affari
umani delle opinioni di pochi quando sono intrattenute intensamente.
“Minoranze dinamiche ed organizzate,
frequentemente, contano più delle maggioranze passive e non organizzate. Per
predire le azioni dei componenti di un gruppo, il loro comportamento
elettorale, la loro capacità di lotta, la loro reazione agli eventi e alla
politica dello Stato, la conoscenza delle loro opinioni non basta. Si deve
conoscere l'intensità di quelle opinioni»(1).
2. - COME SI FORMANO
LE OPINIONI
Gli psicologi ci dicono che nel corso
della nostra formazione sviluppiamo certe abitudini mentali, certi modi di
comportamento che poi influenzano tutte le nostre azioni nella vita quotidiana.
Le istituzioni fondamentali che contribuiscono alla nostra formazione sono la
famiglia, la scuola e la chiesa. Le prime esperienze della nostra vita le
facciamo nella famiglia ed è nella famiglia che sviluppiamo le prime abitudini,
i pregiudizi, le simpatie, le antipatie, i desideri che poi ci accompagnano
per tutta la vita.
Avere trascorso la prima infanzia in una
famiglia disunita; avere frequentato una scuola con certi insegnanti che
mettevano in evidenza aspetti particolari, mentre, deliberatamente, ne
trascuravano altri, che secondo il loro personale giudizio erano erronei; avere
frequentato una scuola il cui corpo insegnante aveva una visione conservatrice
della società; appartenere ad una fede religiosa ancorata a visioni arcaiche
dei valori sociali, contribuisce a formare in noi una visione ben precisa della
società in cui viviamo e ci porta a giudicare i fatti secondo quella immagine,
giusta o sbagliata che sia.
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(1) H.L. CHILDS: Public
Opinion; D. Van Nostrand & CO., Princeton, 1965, p. 24.
3. - FATTORI CHE
INFLUENZANO L'OPINIONE PUBBLICA
I mass media
Nei mass media, o
comunicazioni di massa, potrebbero essere inclusi anche la scuola e la chiesa,
ma di solito per mass media si intende la stampa (giornali, riviste, libri,
ecc.), la radio, la televisione, il cinema, il teatro e le agenzie di
informazioni. Indubbiamente i più importanti, dal nostro punto di vista, sono
il giornale, la radio e la televisione.
La loro influenza
sull'opinione pubblica può essere così profonda che è stato detto che essi
possono creare o abbattere governi, costringere il Governo ad adottare o a non
adottare una certa politica o azione, ecc.
La funzione del giornale è di informare i
suoi lettori su tutti i problemi controversi in modo che essi possano farsene
un'opinione. Ma per quanto indipendente possa essere, esso fa sempre una scelta
delle notizie da diffondere e
questa scelta, cosciente o incosciente che sia, rispecchia sempre le tendenze
del giornalista, del redattore o del direttore del giornale.
Questo è ancora più vero di quei giornali
che sotto l'etichetta di "indipendenti" hanno un colore politico o
esprimono interessi governativi, come vedremo più avanti. Tutti questi
giornali "indipendenti" hanno l'interesse di creare un'opinione
pubblica che sia più vicina possibile agli interessi che essi esprimono, perciò
le notizie che essi presentano subiscono una certa manipolazione, che non
consiste nel falsificare la notizia, ma nel darvi un'interpretazione che crei
nei loro lettori l'immagine desiderata.
Un caso a parte è costituito da quei giornali
«organismi di partito». Le notizie che essi diffondono sono sempre interpretate
alla luce delle ideologie o degli interessi che essi esprimono, ma i loro
lettori non solo ne sono coscienti, ma li comprano proprio perché ne
condividono 1'interpretazionr.
La radio e la televisione, specialmente,
hanno assunto una importanza forse maggiore di quella dei giornali nella
formazione dell'opinione pubblica. Il pubblico che essi possono raggiungere è
molte volte più grande di quello dei giornali e la suggestione della parola o
dell'immagine esercita una influenza certamente superiore a quella della parola
scritta.
In quasi tutti gli Stati moderni, essi sono
organi pubblici (1) i sottoposti al controllo del Governo (solo negli Stati
Uniti sono di esclusiva proprietà privata, ma il Governo prevede norme ben
precise per quanto riguarda latrasmissione di programmi politici) e
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(1) Solo di recente sono
sorte le radio e le televisioni private.
questo molte volte li ha
fatti diventare agenzie governative, specialmente in quei paesi, dove la nomina
de loro dirigenti è di competenza del Governo che li sceglie secondo il loro
colore. politico.
Le principali agenzie interessate ad
influenzare l'opinione pubblica nelle democrazie moderne, oltre i partiti, sono
il Governo ed i gruppi di pressione.
Il gruppo di pressione può esercitare una
notevole influenza sull'opinione pubblica attraverso la stampa ed i giornali
in particolare, sia avendo una partecipazione azionaria al loro capitale, sia
inviando notizie, pubblicazioni e articoli, specialmente a quei giornali di
provincia che non si possono permettere un'organizzazione capace di
raccogliere tutte le notizie, sia attraverso la pubblicità che il gruppo passa
al giornale.
Naturalmente il grado di influenza, che il
gruppo può esercitare in questo ultimo caso, dipende dalla quantità di
pubblicità, dalla situazione finanziaria del giornale, dalla esistenza o meno
di altri giornali pronti a raccogliere le richieste del gruppo se esso si
rifiuta e, soprattutto, dalla volontà del giornale di mantenere o meno la sua
indipendenza.
Il Governo influenza l'opinione pubblica in
molti modi. Attraverso conferenze stampa, attraverso la radio, la televisione,
la stampa, ecc. Esso sa che la fortuna di una data politica o azione dipende
anche dall'immagine che l'opinione pubblica se ne fa o se n'è fatta. A questo
scopo esso ha creato uffici stampa, a tutti i livelli, con personale altamente
specializzato che ha il compito di diffondere tutte quelle notizie che ritiene
possano creare una opinione pubblica favorevole.
4- COME SI MISURA
L'OPINIONE PUBBLICA
Il Governo, i gruppi di pressione, e tutte
le altre agenzie interessate, per usare efficacemente i loro mezzi per
influenzare l'opinione pubblica, devono prima scoprire la sua tendenza; se
sfavorevole dovranno usare una tecnica atta a capovolgere la tendenza, se
favorevole il loro sforzo si limita a mantenerla tale.
Il metodo più diffuso per misurare
l'opinione pubblica (o opinione dell'elettorato) è il metodo Gallup. Esso
consiste nel formare un micro elettorato, di una grandezza che varia tra i
1.150 e 6.500 elettori, che sia il più rappresentativo possibile dell'intero
corpo elettorale.
“Il pubblico è composto di uomini e donne
che vivono in differenti punti geografici e si guadagnano il loro pane
quotidiano come agricoltori, meccanici, minatori, dottori, donne di casa,
uomini d'affari, banchieri, commercianti, commesse, insegnanti, lavoratori
dell'industria” (1).
«È costituito da differenti classi
economiche, differenti gruppi rispetto all'età, da differenti partiti
politici»', perciò, «il più importante requisito è che il campione sia il più
rappresentativo possibile del gruppo o dell'universo da cui è preso»(2).
A questo micro elettorato, così determinato,
viene sottoposto un questionario con un certo numero di domande (delle volte
invece del questionario si usano delle interviste personali, ma questo richiede
una grande abilità da parte dell'intervistatore). Dalla analisi delle risposte
ricevute si ricavano le percentuali della opinione pubblica.
Tuttavia la misurazione dell'opinione
pubblica è estremamente difficile. Il suo grado di accuratezza non è mai
determinabile se non dopo che l'elezione è avvenuta. Un caso tipico di
imprecisione è dato dall'elezioni americane del 1948, quando tutti gli
istituti specializzati (Gailup compreso) davano per vincitore il candidato
repubblicano (Dewwey) mentre in realtà vinse il candidato democratico (Truman).
Imprecisa per quanto sia la misurazione
dell'opinione pubblica è usata in quasi tutti gli Stati. Essa consente all'uomo
politico, al Governo, al gruppo di pressione, di conoscere ciò che pensa un
largo strato della popolazione e, indirettamente, essa stessa è un fattore che
influenza l'opinione pubblica in quanto può influenzare l'indeciso, il
titubante a conformare la sua azione a quella della maggioranza o presupposta
tale.
5. - L'OPINIONE
PUBBLICA NELLE DITTATURE
Finora siamo partiti dalla considerazione
che l'individuo (1'elettore nel nostro caso) è un essere intelligente; che è
capace di capire i problemi del Governo; che è un essere razionale e che perciò
nelle sue scelte non si lascerà guidare da impulsi o dai sentimenti; che ha
tempi ed interesse a ricercare la verità per proprio conto: in breve siamo partiti
dalla considerazione che l'individuo è un essere pensante capace di fare delle
scelte.
Le dittature partono dal concetto opposto. La
prima preoccupazione delle dittature è quella di demolire la personalità del
singolo individuo, proibirgli di pensare con la propria testa, renderlo
incapace di giudicare da se stesso: in breve ridurre un popolo di essere pensanti,
coscienti della propria
individualità e responsabilità, in
una massa
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(1) G. GALLUP and S.F.
RAE: The PuZse of Democracy; Simon & Schuster, NewYork, 1940, p. 60.
(2) ibid. p. 57.
'
amorfa che può essere
manovrata a piacere dall'esterno facendo appello alla sua emotività, ai suoi
istinti, alla sua immaginazione, usando la tecnica dello scenario maestoso, con
musica, bandiere, slogans, parole d'ordine, simboli e tutto ciò che può
suscitare entusiasmo.
Tutti i mezzi di comunicazione, stampa,
radio, televisione, cinema, teatro, ecc. sono al totale servizio dello Stato
che se ne serve per martellare psicologicamente l'individuo con la sua verità
affinché essa diventi la verità di tutti.
6. - I GRUPPI DI
PRESSIONE
Il gruppo di pressione può essere definito
come una associazione di individui che si sono uniti per promuovere o tutelare
un interesse particolare. Esso non ha carattere politico, né si interessa della
politica generale del Governo (più avanti vedremo che questo non è il caso dei
gruppi che agiscono in Italia).
Esso agisce nell'ambito del sistema
dell'organizzazione statale di cui accetta le istituzioni ed è pronto a difenderle
se vengono minacciate. Il suo scopo fondamentale è quello di influenzare le
decisioni degli organi pubblici e del Governo in particolare su una data politica
o azione di suo particolare interesse; sia che si tratti di volere che il
Governo adotti una certa politica o faccia una data azione, sia che si tratti
di far recedere il Governo dal prendere una data decisione che colpisca,
danneggi o metta in pericolo gli interessi del gruppo.
I principali gruppi di pressione sono le
associazioni del padronato (Confindustria, Confcommercio, ecc.), del mondo
agricolo (Confagricoltura, Coltivatori Diretti, Federconsorzi ed altre
aderenti alle tre grandi centrali sindacali) del mondo del lavoro (sindacati,
CGIL, UIL, CISL, ecc.). Accanto a questi ne esistono una miriade di minore importanza,
quali ad esempio, le associazioni delle professioni liberali (ordine dei
medici, degli ingegneri, ecc.) i sindacati della Scuola, le associazioni degli
invalidi, dei reduci e combattenti, ecc.
La pressione che il gruppo esercita sugli
organi pubblici può essere diretta o indiretta. Nella pressione diretta il
gruppo preme direttamente sul potere legislativo e sul Governo. La tecnica
usata dipende dal sistema statale nell'ambito del quale il gruppo agisce.
Negli Stati Uniti, ad esempio, dove non
esiste un sistema politico sufficientemente organizzato da garantire una certa
disciplina di partito, la pressione del gruppo si esercita sul singolo membro
del Congresso, senatore o deputato che sia.
Per evitare pressioni illecite, sempre
possibili quando la pressione si esercita sul singolo, nel 1946 il Congresso
degli Stati Uniti approvò una legge (lobbying Act) che stabilisce che il
lobbying (il metodo di esercitare pressione sui membri del Congresso) deve
essere condotto da agenti specializzati (che di solito sono giornalisti, avvocati,
ex impiegati, ex membri del Congresso), i quali sono tenuti a registrarsi periodicamente
presso i competenti uffici del Congresso, dichiarando quale gruppo di
pressione rappresentano, in quale legge o leggi sono interessati, qual è il
compenso che ricevono, a quanto ammonta la somma messa a loro disposizione dal
gruppo, ecc.
Il compito del lobbyist, o agente, è di
stabilire contatti con tutti i membri del Congresso, fornirli di tutte quelle
informazioni, statistiche. studi, ricerche, ecc. elaborati dagli uffici
specializzati del gruppo che possono servire ad influenzare le loro opinioni.
Questa pratica di distribuire materiale
informativo è comune a tutti i gruppi degli Stati moderni. Il vantaggio che il
singolo parlamentare ne può trarre è enorme. Egli può utilizzare studi,
ricerche, statistiche che difficilmente potrebbe condurre per proprio conto,
dato 1'eccess:vo lavoro a cui è sottoposto.
Naturalmente il parlamentare cosciente sa
che quella presentata dal gruppo non è tutta la verità; a volte la interpretazione
data alle statistiche e alle ricerche è manifestamente interessata, ma egli
non solo ha la possibilità di darvi una propria interpretazione, ma può anche
confrontarli con il materiale fornito da un atro gruppo interessato, con le
informazioni ricevute, su richiesta, da un organo dello Stato. Da tutta questa
massa di informazioni egli può trarre le proprie conclusioni e formare le
proprie opinioni che poi saranno rispecchiate nell'azione che intraprenderà.
Negli Stati in cui esiste un sistema
partitico capace di assicurare una certa disciplina di partito, la pressione
del gruppo più che sul singolo parlamentare (ma questa forma di pressione non
è esclusa) si esercita sul partito, in quanto il singolo parlamentare è tenuto
a conformare la sua azione alle direttive del partito, anche se queste sono
contrarie al suo personale giudizio (a questa regola è ammessa una sola
eccezione che concede al parlamentare di astenersi, ma mai di votare contro;
la regola dei cosiddetti casi di coscienza).
Di solito, la tecnica di pressione, usata
dai gruppi in questi Stati, consiste nell'avvicinarsi al partito
ideologicamente più vicino su cui riversano i voti che controllano e nelle cui
liste fanno eleggere i propri candidati (questo è specialmente vero dei
sindacati).
La relazione che poi si stabilisce tra il
parlamentare, il gruppo di pressione a cui appartiene e il partito, nelle cui
liste è stato eletto e di cui ha accettato la disciplina, è di vitale
importanza. In Gran Bretagna è prassi comune che se la politica che il partito
intende adottare non coincide o è contraria agli interessi del gruppo, la
lealtà del parlamentare va prima verso il partito, anche se la necessaria
conseguenza sarà le sue dimissioni dal gruppo” (1).
In altri Stati dove a volte prevale la lealtà
al gruppo, come è avvenuto in Italia nel passato, la conseguenza può essere la
caduta del Governo, «vedi la rivolta della CISL al primo Governo Segni - e
conseguente caduta di questo ultimo - nella questione dei patti agrari» (2).
La pressione indiretta i gruppi di pressione
la esercitano tramite l'opinione pubblica.
A volte i gruppi si
rendono conto che, se l'opinione pubblica generale è contraria al loro punto
di vista, difficilmente gli organi pubblici adotteranno la politica che essi
caldeggiano. Se, per esempio, il Governo
è deciso a stipulare un trattato con altri paesi per abbattere le barriere
doganali, mentre il gruppo di pressione desidera che queste barriere vengano
mantenute per garantirsi dalla concorrenza internazionale, esso si preoccuperà
di influenzare l'opinione pubblica a suo favore.
Il linguaggio che userà sarà generale e
disinteressato in apparenza, spiegando che se chiede una certa politica non lo
fa nel suo esclusivo interesse, ma lo fa nell'interesse della comunità.
L'associazione industriale, che chiede il mantenimento delle tariffe doganali,
spiega che queste sono necessarie per garantirsi dall'industria estera, che può
produrre a minori costi a causa del basso costo della mano d'opera (gli
industriali americani usano questo linguaggio) o a causa dell'alta efficienza
tecnologica raggiunta dalle altre nazioni (gli industriali italiani hanno usato
questo linguaggio).
Si premura di far sapere che l'industria
nazionale non è in grado di competere con tali concorrenti, perciò, se le
tariffe saranno abbassate, l'industria nazionale crollerà e milioni di
lavoratori saranno disoccupati. In questo modo, e con tutti i mezzi di
propaganda di cui dispongono, influenzano l'opinione pubblica senza l'ausilio
della quale la loro azione sugli organi pubblici potrebbe essere inefficace.
Tuttavia i governi cercano di mantenere
contatti con i gruppi di pressione più rappresentativi. Negli Stati Uniti
questi contatti avvengono a livello parlamentare. Il metodo usato è quello
delle hearings o audizioni e sedute informative in cui la commissione
parlamentare funge come una specie di tribunale inquirente che ascolta le
testimonianze (le opinioni
nel nostro caso)
di un particolare
lobbyist o altro agente
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(1) Vedi J.O. STEWART:
British Groups; Oxford U.P., 1958, pp. 184-204
(2) JEAN MEYNEAUD-CLAUDIO
RISE: Gruppi di pressione in Italia c in Francia: ESI, 1963, p. 63.
dei gruppi di pressione,
al quale ogni singolo membro della commissione può porre delle domande o
chiedere delucidazioni e amche contestare le sue affermazioni.
In Gran Bretagna questo contatto avviene a
livello di Governo e «la consultazione avviene prima che il disegno di legge
venga presentato al Parlamento. Questo non significa che la posizione del
Parlamento è declassata. Significa semplicemente che la consultazione corn i
gruppi a tutti i livelli è essenziale al sistema amministrativo e che senza
questa consultazione il Governo potrebbe presentare al parlamento disegni di
legge che non hanno nessuna utilità pratica» (l).
È in questa fase che i gruppi hanno una
maggior possibilità di influenzare le decisioni del Governo. Quando il disegno
di legge è presentato al Parlamento la loro influenza si riduce al minimo e di
solito viene esercitata attraverso i deputati sul cui appoggio possono contare;
tuttavia, bisogna ricordare che il deputato che appartiene alla maggioranza è
tenuto, per disciplina di partito, a votare il testo del Governo, se questo
non intende apportarvi alcun emendamento.
La consultazione avviene per due motivi
fondamentali. In primo luogo il Governo vuole conoscere l'opinione di coloro i
quali sono i destinatari della sua azione, anche perché «sa che i gruppi hanno
delle conoscenze particolari, non soltanto di opinioni, ma di fatti. Gli Uffici
di ricerca e di statistica delle associazioni e dei sindacati possono fornire
delle informazioni utili. Certamente essi hanno una conoscenza tecnica che può
saggiare la bontà del progetto governativo» (2). In secondo luogo perché il
Governo si assicura un maggior numero di consensi e quindi il progetto avrà
meno oppositori e più possibilità di essere approvato celermente e quindi
assicurare una maggiore funzionalità al Parlamento.
In
Italia il Governo non ha contatti ufficiali con i gruppi, ma solo contatti
indiretti che avvengono tramite il Consiglio Nazionale dell'Economia e del
Lavoro (CNEL), che ha rilievo costituzionale e di cui fanno parte i
rappresentanti delle categorie produttive, «in misura che tenga conto della
loro importanza numerica e qualitativa»(3).
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(1) J.D. STEWART: op.
cit., p. 17.
(2) ibid., p. 6.
(3) Art. 99 della
Costituzione italiana.
In esso vi sono rappresentati tutti i maggiori
gruppi che operano in Italia (i sindacati, le associazioni padronali,
professionali, ecc.).
Tuttavia la sua funzione non è soltanto
consultiva, come il corrispondente organo francese, per esempio, ma «ha
l'iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione della
legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti
della legge»,, anche se questo precetto non è stato ancora attuato per la
mancata regolamentazione da parte del legislatore ordinario.
7. - CARATTERISTICHE
PARTICOLARI DEI GRUPPI DI PRESSIONE ITALIANI E FRANCESI
In Italia e in Francia il contesto
ideologico in cui operano i gruppi di pressione è alquanto diverso da quello in
cui operano i gruppi che abbiamo descritto nelle pagine precedenti e
conseguentemente diversa è l'attitudine che essi hanno nei confronti del
potere pubblico.
«L'esistenza nello schieramento sindacale
di un vasto gruppo che si richiama a tradizioni rivoluzionarie, e svolge - o
pretende di svolgere - la propria azione al di fuori del sistema vigente, che
esso non riconosce e si propone di rinnovare»(1), rovesciando il regime
borghese e capitalista.
“L'esistenza di forze politiche a grande base
popolare che «avanzano dubbi sull'utilità sociale dell'iniziativa economica e
privata e contestano la legittimità del potere economico degli industriali»
(2), hanno creato una situazione a cui le associazioni padronali hanno creduto
di reagire intervenendo massicciamente nella politica del governo cercando di
determinarne o quanto meno di influenzarne le linee generali.
Comunque, come abbiamo visto, «il principio
dell'intervento aperto nella vita politica del paese, come strumento di
protezione e di consolidamento della propria posizione sociale, non è comune
agli industriali di ogni paese, ed è in relazione diretta, a nostro parere,
col grado di contestazione cui essi sono sottoposti da parte degli altri
gruppi sociali. Nel paesi dove esiste unanimità di consensi sul carattere di necessità
dell’utilità sociale dell'imprenditore privato, costui non ha bisogno di
intervenire nella vita politica se non per difendere i propri interessi
materiali ed immediati nei rapporti con l'apparecchiatura statale (per es.
concessione di appalti di lavori pubblici o forniture vantaggiose, ecc.) ed i
meccanismi (l'amministrazione, le
camere, ecc. della vita politica
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(1) MEYNAUD-RISE: op.
cit., p. 49.
(2) ibid., p. 28.
postulano, in partenza,
la legittimità del gruppo. I Paesi come la Svizzera e il Canadà, dove il grado di
contestazione è trascurabile, l'industriale può continuare a giocare il ruolo
del tecnico apolitico o apartitico, limitando i suoi interventi alle
tradizionali pressioni sulla Amministrazione, tendenti a migliorare ed
estendere i vantaggi dei singoli gruppi piuttosto che a difendere le posizioni»
(1).
L'esperienza di entrambi i paesi,
tuttavia, ha dimostrato che «l'influenza del padronato sull'elaborazione della
politica generale del governo - intendendo per politica generale le grandi
direzioni di base suscettibili di condizionare per lunghi periodi la fisionomia
e la linea di sviluppo della nazione - abbia potuto agire solo in senso ritardante,
non riuscendo in realtà ad impedire che essa si avviasse su strade diverse da
quelle che gli imprenditori privati avrebbero preferito» (2).
_______________________________________________________________________
(1) ibid., p. 40.
(2) ibid., p. 46-47.
SPUNTI PER LA DISCUSSIONE IN
CLASSE
1)
Secondo te, se il Governo ha l’opinione pubblica contraria ad
alcuni provvedimenti (di qualsiasi natura) che intende adottare per il bene
della nazione, (anche se in un primo momento si risolvono per sacrifici per
tutti) che deve fare: deve desistere della sua azione o deve andare avanti?
2) Quasi
sempre il consenso o il dissenso dell’opinione pubblica all’azione del governo
si trasforma in consenso o non consenso elettorale per il partito o i partiti
al potere. Per questo motivo i governi di legislatura adottano le misure
elettorali all’inizio del loro mandato. In Italia i governi durano in media 10
mesi, non potrebbe essere questa la causa per cui i partiti al potere sono
molto più attenti all’opinione pubblica e quando questa è contraria desistono
dalla loro azione?
3) Una
pluralità di fonti di informazioni e la libera circolazione delle idee sono i
due ingredienti indinspensabili per la formazione dell’opinione pubblica. Nei
regimi totalitari, questi due ingredienti, pur essendo previsti e garantiti
nella costituzione, sono negati nei fatti. Sai dire perchè questi due
ingredienti sono tanto temuti?